Poliziotto aggredito a Roma, dura nota dei Sindacati. «Ieri notte a Roma l’ennesimo quotidiano intervento che, solo grazie alla professionalità dei poliziotti italiani, non è finito in un dramma. Un’aggressione coltello alla mano contro un agente che il collega della vittima ha potuto interrompere solo sparando con l’arma di ordinanza. E’ addirittura oltraggioso per l’intelligenza comune dover ripetere come questo tipo di situazioni si potrebbero risolvere presto, bene, senza rischi eccessivi e senza che personale in divisa e cittadini sfiorino la morte inutilmente, solo grazie a un banale strumento come il taser. Eppure di questo magico e straordinario oggettino da pochi euro, così tanto declamato e la cui adozione è stata tanto sbandierata, ancora neppure l’ombra. Dopo anni e anni di chiacchiere, sperimentazioni, spot politici, ancora i poliziotti devono decidere in una frazione di secondo se morire, lasciar morire, finire probabilmente alla gogna, o girarsi dall’altra parte, perché gli apparati politici e burocratici non sono in grado di fare il loro dovere fornendo gli strumenti necessari per fare sicurezza».
Così Valter Mazzetti, Segretario Generale dell’Fsp Polizia di Stato, dopo che ieri sera a Roma, in zona Fidene, un poliziotto è stato accoltellato durante un intervento nella casa di un 60enne che aveva appiccato un incendio, costringendo il collega a sparare e ferirlo alla spalla per salvare l’agente aggredito. L’uomo è ora piantonato in ospedale.
«L’emergenza Covid 19 – conclude Massimo Nisida, Segretario provinciale Fsp Roma – è una scusa preziosa per far cadere nel dimenticatoio necessità ormai storiche, ma che rappresentano sempre e comunque un’emergenza in quanto alla gravità del fatto che non venga data l’opportuna risposta da uno Stato che ha la responsabilità, prima di tutto morale, di tutelare la vita dei propri servitori».