Nella giornata di ieri nella Regione Lazio si è registrato per il secondo giorno consecutivo un dato record per i guariti, che sono stati 128, un numero maggiore rispetto ai nuovi casi positivi, che sono stati 71 nelle ultime 24 ore, con un trend all’1%.
Per visualizzare la cartina per singolo Comune sulla diffusione del Coronavirus nel Lazio, puoi fare click qui.
Coronavirus nel Lazio: ancora decessi nelle RSA
Nella ASL RM6, che comprende i Castelli Romani e la Litoranea, il 30 aprile il numero dei positivi è salito a 1.161, con altri 17 nuovi casi.
Nelle case di riposo, RSA e case di cura private si contano oltre 500 positivi, di cui più di 50 operatori sanitari, e decine di morti. E’ un vero disastro “colposo”.
Si contano:
– 178 positivi nella casa di cura San Raffaele di Rocca di Papa, 41 operatori sanitari e 137 pazienti (16 deceduti);
– 32 positivi nella casa di cura San Raffaele di Montecompatri, 10 operatori sanitari e 22 pazienti (3 deceduti);
– 23 positivi nella Clinica dei Pini di Anzio, 5 operatori sanitari e 18 pazienti (3 deceduti);
– 43 i positivi (2 deceduti) nella casa di cura Villa delle Querce di Nemi.
Dopo le proteste e le denunce dei familiari, del Partito Comunista e dei comuni, la ASL RM6 ha iniziato i trasferimenti dalla RSA San Raffaele di Rocca di Papa (già trasferiti 116 pazienti positivi in altre strutture ospedaliere) e dalla RSA San Raffaele di Montecompatri (trasferiti tutti i pazienti positivi in altre strutture).
Sul disastro “colposo” della gestione delle casa di riposo, RSA e case di cura stanno già indagando la Procura della Repubblica di Roma e quella di Velletri.
L’emergenza coronavirus sta evidenziando tutte le criticità dell’organizzazione della sanità nella ASL RM6: la sanità pubblica è stata tagliata (ospedali chiusi, reparti accorpati, personale senza ricambio generazionale), mentre la sanità privata ha visto crescere finanziamenti regionali e profitti.
Dopo 20 anni di tagli alla sanità pubblica, ci ritroviamo nei Castelli Romani e Litoranea con pochissimi posti letto negli ospedali pubblici (il Nuovo Ospedale dei Castelli utilizza solo un centinaio di posti letto) e una sanità privata faraonica (migliaia di posti letto a Villa delle Querce a Nemi, al San Raffaele di Rocca di Papa, al San Raffaele di Montecompatri, all’INI di Grottaferrata, alla Clinica dei Pini di Anzio, a Villa Nina a Frattocchie, ecc.).
L’emergenza coronavirus ha anche dimostrato che la sanità pubblica è più sicura e più efficiente, mentre la sanità privata (che fa enormi profitti con i finanziamenti regionali) ha provocato un disastro “colposo”, con più di 500 positivi e decine di morti.
Riapre l’ospedale di Albano
Di fronte a questo disastro, il Presidente Zingaretti, l’Assessore D’Amato e i Sindaci, che solo un mese fa avevano rigettato l’ipotesi di riapertura degli ospedali di Albano e di Genzano, si sono dovuti ricredere e, sotto la spinta di medici, di associazioni e del Partito Comunista, hanno dovuto rafforzare la sanità pubblica e hanno riaperto prima l’ospedale di Genzano e adesso si apprestano a riaprire quello di Albano.
L’ospedale di Albano potrà essere utilizzato, oggi nell’emergenza, come struttura covid “dedicata” e, in seguito, come RSA pubblica.
Nella fase 2 vanno immediatamente riprese nella ASL RM6 tutte le attività ambulatoriali (analisi, visite e prestazioni), ad oggi sospese per l’emergenza sanitaria. In particolare, è inspiegabile ed ignobile la scelta di limitare le attività di analisi ai soli casi di urgenza, costringendo migliaia di cittadini a rivolgersi a pagamento ai laboratori di analisi privati.
Nella ripresa delle attività ambulatoriali andrà posta la massima attenzione alle misure precauzionali di distanziamento sociale e alla fornitura di tutti i dispositivi di sicurezza per tutelare la salute degli operatori sanitari e dei pazienti.
La curva dei contagi
Sulla base delle nostre analisi, a seguito dell’esplosione dei nuovi contagi nelle case di riposo e nelle case di cura private, la curva dei nuovi contagi ha raggiunto il picco il 15 aprile.
Rispetto al nuovo picco siamo scesi solo del 46% in 15 giorni.
La ASL RM6 rimane la peggiore ASL della Regione Lazio.
Infatti, le altre ASL della Regione Lazio scendono molto più velocemente: Frosinone è sceso del 90%, Latina e Rieti dell’80%, Viterbo del 76% e le altre cinque ASL di Roma sono scese complessivamente del 65%.
Le misure di distanziamento sociale, applicate diligentemente dai cittadini, che in queste settimane hanno fatto grossi sacrifici rimanendo nelle proprie abitazioni e riducendo al minimo gli spostamenti, hanno prodotto buoni risultati.
Infatti, senza misure di contenimento sociale e senza questo impegno straordinario dei cittadini tutta la popolazione dei Castelli Romani e Litoranea sarebbe stata infettata.
Se da un lato le misure di distanziamento sociale hanno ben funzionato, è purtroppo mancata da parte delle istituzioni (Regione Lazio, ASL RM6, Comuni) un’azione di controllo preventiva sulle case di riposo, sulle RSA e sulle case di cura “private”, peraltro accreditate da sempre con il servizio sanitario regionale.
Nella tabella viene riportata la ripartizione dei contagi per singolo comune dei Castelli Romani e della Litoranea sulla base delle comunicazioni ufficiali delle autorità competenti.
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