Gli errori professionali rappresentano una eventualità che non si può escludere per molte categorie di lavoratori: dagli avvocati ai medici, passando per i commercialisti, a volte una omissione o uno sbaglio commessi nell’esercizio della propria professione possono arrecare danni significativi ai clienti. Il patrimonio professionale dei professionisti rischia, pertanto, di essere compromesso da una eventuale richiesta di risarcimento conseguente a un danno a persone o cose o di natura patrimoniale che provenga da un cliente o da un soggetto terzo; per tutelare tale patrimonio si ricorre alla polizza di responsabilità civile professionale.
Quali sono i più comuni esempi di danno patrimoniale?
Un esempio di danno patrimoniale può essere individuato in una sanzione che viene comminata al cliente di un professionista da parte dell’autorità competente per colpa di un errore che il professionista stesso ha compiuto. Più in generale, questo tipo di danno corrisponde alla quantificazione di carattere economico delle conseguenze negative dovute a un errore dal professionista, tali – comunque – da non arrecare un danno diretto a cose o persone. Un errore di calcolo compiuto da un progettista per effetto del quale si verifica il crollo di un palazzo che comporta il ferimento di una persona è un esempio di danni a persone o cose; il mancato guadagno di un negozio che non ha avuto la possibilità di diventare operativo entro i tempi prestabiliti perché i permessi autorizzativi non sono stati rilasciati in seguito a un errore del professionista è un esempio di danno patrimoniale.
La polizza per professionisti
Come si sarà capito, le Polizze per i Professionisti possono tutelare i medici, gli avvocati, gli architetti e tutti gli altri professionisti che sono tenuti a iscriversi a un albo nel caso in cui un loro errore – ovviamente involontario – arrechi un danno da cui possa scaturire una richiesta di risarcimento. Vale la pena di conoscere, a questo proposito, il significato del regime temporale Claims Made. In base ad esso, la validità della polizza riguarda tutte le richieste di risarcimento che giungono al soggetto assicurato nel periodo in cui l’assicurazione attiva e che riguardano prestazioni che il professionista ha reso in precedenza dalla data di retroattività stabilita nel contratto.
La data di retroattività
Nel caso in cui non sia prevista una data di retroattività nella polizza, la validità della copertura riguarda unicamente le prestazioni che il professionista ha reso a partire dalla data di decorrenza dell’assicurazione: si ha a che fare, in questo caso, con una polizza senza retroattività.
Cosa succede quando si cambia polizza
Se il professionista decide di sostituire la compagnia assicurativa con cui sottoscrivere la polizza in questione, deve preoccuparsi di stabilire con la nuova società un periodo di retroattività appropriato per non rischiare che vi siano dei buchi nella copertura. Per specifiche attività professionali a volte viene permesso di conservare la retroattività in vigore sulla polizza precedente, così che il soggetto assicurato possa beneficiare di una copertura costante e senza interruzioni: è ciò che avviene per i lavori che vengono ritenuti meno a rischio. In altre circostanze, invece, occorre trattare un periodo di retroattività, che in genere non è superiore ai cinque anni; ovviamente l’entità del premio cambia a seconda della durata del periodo opzionale preso in considerazione.
Il regime Loss Occurrence
È caduto pressoché in disuso, invece, il regime temporale indicato con la denominazione Loss Occurrence, in virtù del quale la copertura delle richieste di risarcimento si estende anche al periodo successivo alla conclusione della polizza, sulla base della durata indicata nel contratto. La questione della retroattività, quindi, in questo caso non si porrebbe.