Una strage annunciata. Così è stato definito dalle associazioni animaliste e zoofile l’abbattimento previsto per questo pomeriggio – presso il Parco dell’Insugherata e altri parchi della zona – di decine di cinghiali – incluse mamme con i loro piccoli.
L’annuncio – pubblicato ieri sera alle 20:08 dal Dipartimento Tutela Ambientale del Comune di Roma – ha scatenato come era prevedibile le reazioni più diverse.
“Siamo sconcertati per la deliberazione approvata ” riferisce Earth . L’associazione si è mossa con tutte le sue forze per salvare quegli innocenti da una inutile carneficina. Ma nulla da fare. Quei cinghiali devono morire. E verranno uccisi con soldi pubblici” – dichiara Valentina Coppola, presidente dell’associazione.
Gli stessi soldi che avrebbero potuto essere impiegati – secondo esperti ed animalisti – per pianificare in tempo utile lo smistamento e la distribuzione dei vari capi nelle aree verdi, oasi e riserve popolate da predatori naturali, quali lupi e orsi. Ciò che avrebbe portato al progressivo ristabilimento dell’ecosistema, duramente colpito negli ultimi anni da politiche scellerate.
Ma come sempre accade in questi casi, è stata scelta la via più facile, quella che avrebbe riscosso sicuramente il consenso degli abitanti della zona.
“Guarda caso – dichiara Valeria, la ragazza che salvò il piccolo Trudy da morte certa lo scorso inverno, proprio all’Insugherata – l’intervento verrà eseguito dal lato del parco abitato dalle classi abbienti, quelle per i quali cacciatori e bracconieri sono degli eroi…”
E la polemica continua ininterrotta, rimbalzando da un post all’altro. Dove sono le istituzioni? Dov’é la Delegata al Benessere degli Animali, Loredana Pronio?
“Abbassa la testa come tutti gli altri – dichiara senza mezzi termini Alessandra – Come la Raggi e tutti quelli che dicevano di avere a cuore la salute degli animali. Incompetenti!”
Intanto il count-down è cominciato. C’è chi propone di infrangere il divieto di circolazione e creare un presidio all’ingresso per attendere l’arrivo dei “cecchini”. Troppo rischioso, forse. L’alternativa proposta da un’altra volontaria della zona è quella di affacciarsi numerosi alle finestre gridando così tanto, tutti insieme, da spaventare e mettere in fuga i cinghiali.
Un flash mob diverso dagli altri. Qui è in gioco la salvezza di creature viventi. E dell’intero equilibrio naturale.
Rosanna Sabella