E’ avvenuto in queste ore un maxi sequestro nel quartiere romano del Prenestino, dove la Guardia di Finanza ha individuato lo spaccio di mascherine chirurgiche contraffatte con il logo di club calcistici italiani attualmente iscritti al campionato di Serie A.
L’attuale condizione di Coronavirus sta spingendo sempre di più la malavita all’interno del mercato nero per prodotti igienizzanti o sanitari, creando in giro per la città capitolina un vero e proprio spaccio per mascherine e disinfettanti a basso costo ma senza i dovuti attestati di qualità.
Una condizione che si è nuovamente palesata quest’oggi, quando la Guardia di Finanza di Roma ha individuato 130mila mascherine sanitarie contraffatte all’interno di un magazzino situato nella zona del Prenestino.
L’attività è risultata di proprietà a un cittadino cinese, che durante gli accertamenti è stato colto sul fatto mentre riproduceva illegalmente sui propri prodotti contraffatti il marchio della CE e smanettava con degli strumenti digitali per compiere la propria produzione: l’uomo asiatico per svolgere la propria attività illecita si serviva principalmente di un computer e una stampante professionale, che gli permetteva di stampare tali mascherine con loghi o qualunque tipo di disegno in digitale.
Le indagini della Compagnia di Frascati hanno individuato una rivendita di Ciampino che probabilmente metteva sul mercato tali materiali illeciti e senza le dovute certificazioni, come dimostravano alcune stoffe di mascherine senza l’obbligatorio marchio della CE. Queste maschere in diversi casi vedevano disegnati dei loghi di club calcistici di riferimento al campionato di Serie A italiano, con colori e stemmi delle squadre che ovviamente venivano presi illecitamente dai produttori di tali produzioni.
Attualmente la Procura della Repubblica di Roma e Velletri ha denunciato ben 17 persone, accusandole come responsabili di reati come la frode in commercio, manovre speculative sulle merci, detenzione per la vendita di capi con marchi contraffatti e ricettazione.
A queste si uniscono 9 imprese sul territorio della Provincia di Roma, cui sono stati contestati tali illeciti e l’inosservanza degli obblighi di chiusura.