C’è una parte di popolazione che proprio non si rassegna all’obbligo di restare a casa e continua ad andare a spasso senza una valida motivazione. Secondo l’ultimo report diffuso dal Ministero dell’Interno sono state complessivamente 20.306 le persone sanzionate in quanto sprovviste di una valida motivazione atta a giustificare la loro presenza al di fuori della propria abitazione. Un numero a cui vanno sommate le 47mila e più violazioni registrate tra il 28 marzo e il 3 aprile. Ancora un numero enorme.
Controlli serrati nel fine settimana
Nella sola giornata di ieri, quando il sole e le temperature favorevoli hanno fatto scattare più di un allarme specie nelle località costiere, sono state quasi quasi 190mila le persone controllate dalle Forze di polizia. Controllate anche le attività commerciali: 115 in tutto su scala Nazionale, 24 le chiusure. Superano così i 5 milioni (5.046.428) le persone controllate dall’11 marzo al 5 aprile, mentre raggiungono i 2.193.957 le verifiche sugli esercizi commerciali.
Allerta massima per Pasqua
In attesa di capire se la ‘quarantena’ forzata continuerà anche oltre il 13 aprile è già pronto il piano per impedire “violazioni di massa” per le giornate di Pasqua e pasquetta. Il sole che si preannuncia previsto in gran parte della penisola potrebbe spingere infatti qualcuno a prendere di mira spiagge o parchi, un lusso che sicuramente il paese non può permettersi in questo momento.
Il perché lo spiega, guardando ad esempio alla Regione Lazio, l’Assessore alla Sanità Alessio D’Amato: «Sono molto preoccupato per Pasqua e Pasquetta, ci sarà chi avrà la tentazione di uscire. Sarebbe deleterio, sarebbe come tornare alla casella del via, può disperdere i risultati ottenuti», ha dichiarato D’Amato a Il Messaggero.
La follia di andare in giro se si è positivi
Ma se andare in giro è da irresponsabili, lo è a maggior ragione se addirittura si è positivi al virus. E purtroppo anche su questo fronte non mancano le segnalazioni: 35 i denunciati nell’ultimo weekend, oltre 200 quelli pizzicati tra il 28 marzo al 3 aprile. I numeri, benché esigui se rapportati su scala nazionale, sono comunque allarmanti finché il cosiddetto RO, ovvero “erre con zero”, cioè semplicemente il numero di persone che, in media, ogni individuo infetto contagia a sua volta, non raggiungerà livelli di sicurezza (praticamente quasi lo zero).
Per fare un esempio in Lombardia, secondo un studio, tra il 21 febbraio e l’8 marzo era addirittura di 4.04. Nel Lazio, secondo l’Assessorato alla Sanità, il valore attualmente sarebbe già inferiore all’1, ovvero la soglia al di sotto della quale la diffusione del virus rallenta fino a fermarsi del tutto, ma non per questo si potrà abbassare la guardia nei prossimi giorni, anzi. Insomma, serve ancora che ognuno di noi faccia la propria parte.