“L’intenzione di chiudere alcuni reparti come quello dei prosciutti crudi, di portare fuori l’affettatura dei crudi stagionati, di esternalizzare parte della manutenzione e delle bilancette, di ridurre drasticamente le figure operai ed impiegatizie per l’accorpamento di alcuni reparti, di ridurre drasticamente l’assicurazione qualità e lo sviluppo dei prodotti, non può essere condivisibile dallerappresentanze sindacali dalla Rsu e dalle Organizzazioni Sindacali di categoria”.
“Possono e devono – continuano Moranti Gianfranco segretario generale della Flai Cgil Pomezia , Passamonti Stefano e Persiani Massimo delle segretrie di Fai Cisl e Uila Uil – essere utilizzati strumenti alternativi che il Contratto Nazionale e la Normativa Vigente mettono a disposizione, idonei alla salvaguardia della competitività aziendale, delle produzioni e, quindi, alla salvaguardia dei livelli occupazionali del sito di Pomezia”
Detto questo le tre confederazioni territoriali hanno richiesto un incontro all’azienda per svolgere l’esame congiunto previsto dalla Legge. Dopodichè verrà indetta ed effettuata un’assemblea generale per decidere, insieme ai dipendenti, come affrontare questa grave situazione. Certo è che si preannuncia una primavera molto calda a Pomezia.