Una raccolta fondi per l’acquisto di un macchinario da donare all’ospedale Riuniti di Anzio e Nettuno: Federico Lauri – meglio conosciuto come “Federico Fashion Style”, famoso per l’omonimo programma su Real Time e per essere l’hair style delle dive – nei giorni scorsi ha avviato le donazioni, che hanno visto raggiungere ben 300 ordini in pochissimo tempo. Ieri è stato dato lo stop e Federico ha comunicato al Direttore Sanitario dell’ospedale, il dott. Ciriaco Consolante, la somma raggiunta.
Ora sarà il Direttore Sanitario a indicare quale tipo di macchinario per la respirazione dovrà essere acquistato: la consegna in ospedale verrà poi effettuata dallo stesso Federico.
Ma come è nata l’idea della raccolta fondi?
“Quando sono venuto a sapere che anche nella mia città, qui ad Anzio, c’erano diversi casi di Coronavirus, ho deciso che anche io dovevo fare la mia parte. Avevo sentito che c’era la necessità di acquistare dei respiratori e quindi, dopo aver avuto contatti diretti con l’ospedale, mi è stato riferito da fonti ufficiali che mancavano alcune attrezzature sanitarie per il Covid-19. Ad oggi non è ancora stato deciso quale sarà precisamente il macchinario che verrà acquistato, sarà il dottor Consolante a farmi sapere entro domani mattina quale si potrà prendere con la cifra che siamo riusciti a stanziare”.
Vuole mandare un messaggio ai cittadini di Anzio, e non solo, riguardo questa situazione di emergenza?
“Il mio è un messaggio di solidarietà: se la città ha bisogno bisogna rispondere e stare tutti uniti”.
Lei sta dando, grazie alla trasmissione, fama e notorietà alla città di Anzio, ma non sempre i rapporti con i cittadini e l’Amministrazione sono stati idilliaci…
“Io ho scelto di fare il programma ad Anzio nonostante abbia un salone a Roma e un altro a Milano: nessuno me lo ha ordinato, è appunto stata una mia scelta, fatta con il cuore. Anzio è la mia città, ci sono nato, la amo. Ma tanti concittadini non hanno apprezzato e magati hanno fatto battute poco carine. E anche il Comune non mi ha appoggiato in nulla e lo voglio dire pubblicamente”.
Precisiamo che Federico non ha mai chiesto aiuti di natura economica al Comune: si riferisce invece a permessi (due posti auto) per far scaricare le telecamere e le altre attrezzature alla troupe nel giorno delle riprese.
“A me però non importa: io sono innamorato di questo paese, ci sono nato e cresciuto e ho deciso di aiutarlo. Vorrei precisare che l’iniziativa di acquistare un macchinario per l’ospedale di Anzio non è stata fatta per scopo mediatico, ma solo per dar sostegno agli ospedali territoriali e a tutti i medici che si stanno sacrificando con ritmi serrati per combattere l’emergenza e per salvare quante più vite possibile”.
Potrebbe questa essere l’occasione per tendere una mano tra lei e quella parte di Anzio – Amministrazione in testa – con cui ci sono stati dissidi?
“Voglio fare chiarezza su questa cosa: da parte mia non c’è nessuna questione in sospeso con i miei concittadini, perché con loro non è successo nulla. Per quanto riguarda l’Amministrazione comunale, invece, devo dire che ci sono rimasto davvero molto male, a livello intimo e personale, per come sono stato trattato. Non voglio quindi chiarire niente, perché quello che è successo rimarrà. Mi hanno sempre trattato come quello che voleva mettersi in mostra, senza valutare che in mostra c’era Anzio. So benissimo che la mia città è famosa per tantissime cose, per bravi ristoratori, ma – numeri alla mano – molta gente è venuta a dormire ad Anzio solo per farsi i capelli da me, dopo avermi visto in trasmissione. Quindi, perché ostacolare qualcosa che comunque porta anche turismo? Perché invece non si sfrutta questa opportunità, invece di fare ostruzionismo, come quando la scorsa estate mi hanno fatto chiudere ‘Favola’, il locale che avevo aperto, perché i vicini tiravano l’acqua alle persone che erano venute all’inaugurazione? Hanno chiamato i vigili alle 16:30 dicendo che c’era la musica ad alto volume, quando invece la musica a quell’ora era spenta, poi la sera l’epilogo con le secchiate d’acqua sugli ospiti che venivano da Roma e da Milano, mi hanno anche rotto una cassa… io sono davvero arrabbiato per come sono stato trattato, non ho altro da dire al Comune, è già stato riferito tutto e anzi l’Amministrazione ha strumentalizzato quello che ho detto. Sono stati fatti titoloni facendo credere che io insultassi i miei concittadini e invece il mio pensiero, espresso in una storia sul mio profilo Instagram, significava tutt’altro. Voglio comunque che sia chiaro che non ho nulla contro il Comune. Ci sono rimasto male per come si è sempre comportato nei miei confronti, avrei voluto un atteggiamento diverso, tutto qua”.