Ora mi rivolgo a tutti i cittadini! lavoratori, i pensionati, professionisti, commercianti, imprenditori e studenti, dopo che domenica a Pomezia si è consumata la disfatta, non solo di un partito, il PD, nel quale milito da sempre, ma di un’idea di politica vicina alla gente e di sinistra. Nei gazebo di Pomezia e Torvaianica è andata in onda la liquefazione di un partito che era maggioranza relativa fino a due anni fa e che domenica ha raccolto meno di 1000 voti. Siamo sicuramente in presenza di un voto pilotato, inquinato da irregolarità, puntualmente denunciata agli organi preposti e dalla partecipazione di candidati ed elettori di destra votati da una parte dei dirigenti del PD di Pomezia, snobbando i candidati del PD stesso. Non possiamo addebitare la disfatta solo a questo. Certamente le lobbie presenti nel partito hanno fatto sentire il loro notevole peso ma tutto questo non sarebbe stato se i dirigenti del PD, a partire dai dirigenti Regionali e finire a quelli territoriali non avessero prestato il loro fianco a vecchie logiche che rispondono solo ad un tornaconto personale di amicizie e giri di affari. Non si spiega altrimenti per quale motivo il PD Regionale, commissariando, di fatto, il PD locale, abbia mandato due “saggi” per dirimere pesanti questioni interne e non abbia capito che il metro di misura non poteva essere: <<quanti voti è in grado di prendere un candidato>> ma doveva necessariamente partire da una moralizzazione di iscritti e dirigenti del partito locale. Lo dico chiaramente, a fronte di un’esigua minoranza, di cui faccio parte, che chiedeva la fuoriuscita di quanti hanno avuto a che fare con la giustizia e quanti sono stati conniventi e o collaterali ad essi; i “saggi”, hanno ritenuto più importante per il partito chi garantiva un maggior “pacchetto” di voti, poco importava il “colore” e “l’odore”.
Ora io chiedo, davanti a voi cittadini, al mio partito, chi deve rappresentare un’idea di “Italia Bene comune”, individui dalla dubbia limpidezza o chi vuole applicare le regole interne dello statuto del PD e cacciare chi non ha dimostrato di essere un buon amministratore nel passato, richiedendo un radicale cambio di passo e classe dirigente? Io ed il gruppo di minoranza che rappresento chiedo di essere ascoltato dalla direzione nazionale del partito che deve pronunciarsi su chi è nella linea del PD e chi non lo è ed agire di conseguenza togliendo anche il simbolo a chi si presenta senza una chiara ed inequivocabile carta di identità di sinistra e di pulizia. È sotto gli occhi di tutti la diversità di svolgimento del voto delle primarie nazionali “Italia bene comune” e queste primarie in cui vi sono stati i voti di quanti sono stati “contattati” dalle varie cordate.
La disfatta si aggiunge ad un quadro nazionale e territoriale di gravissimo disagio sociale dovuto alla più grave crisi economica dalle guerre ad oggi.
Io sono un lavoratore di un’azienda del territorio di Pomezia e come cittadino che ha due figli che vanno a scuola a Pomezia, ho il dovere di contribuire al miglioramento della vita quotidiana poiché i servizi come la scuola, la sanità e le infrastrutture diventano importanti e prioritarie rispetto alla logica politica dell’edilizia selvaggia che va stigmatizzata e combattuta e, che ha causato un disordine urbano, deturpando in maniera violenta e grave il nostro ambiente, creando dissesti nel nostro territorio.
Ho deciso di scrivere questo documento e condividerlo con tutti, perché ritengo, e ne sono convinto, che in questa società, e in particolar modo nel nostro territorio ci siano persone che vogliono partecipare al cambiamento della fase politico-sociale, persone distanti da quelle logiche di indirizzo politico che non servono la collettività ma se ne servono. Questo significa impegno e umiltà.
Stiamo rischiando il dissesto finanziario in un territorio che ha sempre avuto nell’industria la ricchezza necessaria per sostenerlo. Abbiamo immaginato di effettuare azioni che avrebbero portato alle casse, la liquidità necessarie per il pagamento dei debiti accumulati, ma la giunta caduta non è riusciti nell’intento, e si è concretizzato un debito enorme, con il rischio di dover cancellare i servizi necessari al cittadino e con la certezza che noi cittadini saremo chiamati ad ulteriori sacrifici economici, si prevede un aumento della tassazione media di circa 300 € l’anno a famiglia.
La gestione dell’amministrazione precedente è stata distante dal fabbisogno dei cittadini, lontana dalla ricerca di un dialogo con essi, tale atteggiamento ha generato una profonda frattura dei cittadini con i protagonisti della politica locale che hanno lavorato, tra l’latro, senza il necessario riferimento al partito nazionale e alle sue filosofie fondanti.
Tutto ciò ha fatto si che i partiti perdessero credibilità politica e sociale con una evidente perdita di rappresentanza, e allo stesso tempo si realizzassero movimenti e liste civiche in alternativa.
La realizzazione di movimenti politici e liste civiche sono il termometro di una politica locale lontana dai cittadini e dalla vita quotidiana, contenitori di cittadini che si sgretolano al momento in cui le elezioni compiono il loro percorso; dico ciò perché sono convinto che in un Partito si può esprimere la giusta guida per una rappresentanza, un Partito è un insieme di Democrazia, Solidarietà, valori fondamentali per un territorio come il nostro, fatto di storia e di contributi che crescono e si migliorano attraverso il confronto dei propri militanti.
La differenza fondamentale è che i mondi politici fatti di movimenti o liste civiche non hanno nel DNA quei fattori politici che li tengono uniti e solidi.
La questione importante oggi é legata ad un radicale cambiamento della politica, nel modo di farla e nei suoi concetti, le idee i personaggi che hanno fatto il loro tempo hanno il dovere di fare spazio ad una generazione diversa di idee, in sintonia con il tempo che cambia e con le necessità che incombono, bisogna partire dalla radice del rinnovamento per poter rinascere.
Gli sprechi, gli accesivi costi del fare politica, l’infinita burocrazia dei servizi, devono essere assorbiti e rinnovati attraverso la volontà delle persone che hanno nella loro coscienza l’obiettivo di affrontare la gestione della cosa comune, come se si amministrasse il patrimonio familiare, anzi con maggior responsabilità e tenendo conto delle diverse istanze che vengono dai cittadini.
Sono convinto che come dirigenti e militanti, abbiamo la possibilità di dimostrare che il cambiamento si può fare partendo dal riconoscimento dei nostri errori, come quello di non essere stati abbastanza incisivi politicamente da imporre agli amministratori locali condizione di sobrietà e responsabilità politica.
Tutto ciò accade quando non si mettono al centro dell’azione amministrativa i servizi come la scuola, i servizi al cittadino, il sostegno agli anziani e i giovani, invece si risponde solo alle richieste del “proprio” elettorato che si concretizza con un’azione volta a soddisfare il “nuovo” soggetto “Sindaco-Assessore-Consigliere” avulso da tutti e tutto, compreso il partito che gli ha affidato il compito di gestire la cosa pubblica secondo la filosofia del partito stesso.
Crescere vuole dire migliorare, mettersi sempre in discussione e sottoposta ad esame, commettiamo un grave errore se pensiamo di essere i padroni della politica solo perché abbiamo ricevuto tanti voti, questo sarà vanificato nel momento in cui non riusciamo a dare le risposte per la quali la collettività ci ha delegato a rappresentare le sue istanze di società e causerà l’isolamento del Partito e la nascita di altri mondi politici al di fuori da Partito.
Penso anche che l’esperienza nazionale del Partito Democratico sia arrivata alla fine di un percorso politico, la nascita attraverso la fusione di due modi di vedere la politica, ha avuto nella storia del Partito Democratico evidenti anomalie, credo che sia svanita l’identità di ognuno di noi, non penso di ritornare al passato, ma sono sicuro che il riaffermare la coscienza politica che ci ha permesso di scrivere la storia del nostro paese non sia un errore, ma un modo per permettere a tutti noi di identificarsi e nei principi del Socialismo e della Democrazia, attraverso quel pensiero progressista e riformista che ci rappresenta. Non possiamo più permetterci di ragionare partendo da punti di vista opposti, ciò ha causato il disastro che il mio partito non ha saputo prevenire.
Angelo Zanecchia Dirigente e iscritto al PD