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DISABILITA’, UN PROBLEMA DA NON SOTTOVALUTARE: A POMEZIA SE NE PARLA IL 23 APRILE

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Il Comitato Dimensione Disabili, in difesa dei diritti dei portatori di handicap, organizza per il giorno 23 aprile 2013 alle ore 16,00 a Pomezia, presso l’Hotel Principe in via dei Castelli Romani 14 A, nella sala meeting “Borghese”, un convegno pubblico al quale sono invitate a partecipare tutte le forze politiche e sociali, i sindacati, le associazioni di categoria, gli organi di stampa e tutti i cittadini. “Sarà un’occasione di confronto e di riflessione per cercare soluzioni sulle tematiche sociali delle persone con disabilità, con particolare riferimento alle ultime vicende riguardanti le quote di compartecipazione richieste dal Comune di Pomezia per l’assistenza domiciliare – spiegano gli organizzatori – Noi riteniamo che questa iniziativa possa rappresentare l’inizio di una più proficua collaborazione con tutti gli esponenti politici e sociali del territorio pometino. Invitiamo tutti gli interessati a partecipare. Chi desidera intervenire e non è stato da noi contattato, magari per una dimenticanza o per una svista, può prenotarsi indicando le motivazioni del suo intervento alla pagina: http://www.dimensionedisabili.it/invito.html”.

Il Comitato, dopo il primo risultato ottenuto attraverso l’incontro con il Sub Commissario Antonio Tedeschi, vuole andare avanti nella battaglia in difesa delle categorie più deboli. “Ringraziamo il Sub Commissario Dott. Antonio Tedeschi che, su nostro invito, ha di recente emanato due importanti delibere, con la prima ha stabilito che i pagamenti riguardanti i mesi di gennaio e febbraio 2012 fossero annullati. Con la seconda ha introdotto una variazione delle quote di contribuzione a carico degli utenti per il 2013, portando alle famiglie disagiate un netto beneficio economico, innalzando la soglia I.S.E.E. e riducendo il contributo a carico dell’assistito. Il suo rapido ed efficace intervento dimostra le nostre ragioni. Il Sub-Commissario non avrebbe agito così se non ci fossero stati dei validi motivi. Chiediamo ora, in questa sede, un ulteriore necessario aiuto, soprattutto per quel che riguarda il completo annullamento della restante parte da pagare per il trascorso 2012 poiché il calcolo effettuato dal Comune non si basa sull’I.S.E.E. del solo assistito, come previsto dalle vigenti normative, ma su quello dell’intero nucleo familiare”. Adesso , come spiegano gli stessi organizzatori del convegno, servono “chiarimenti esaurienti, desideriamo sapere le motivazioni per cui è stata approvata a larga maggioranza, nel gennaio del 2012, la delibera che prevedeva la richiesta di fare pagare ai disabili l’assistenza domiciliare. Non si tratta di un semplice contributo ma, nella maggior parte dei casi, di una smisurata richiesta di pagamento che supera anche i diecimila euro per l’anno 2012. Dalle nostre ricerche, ci risulta che Pomezia sia uno dei pochi Comuni che abbia stabilito di far pagare ai cittadini disabili e alle loro famiglie di classe sociale media (Indicatore della Situazione Economica Equivalente >18.000) un importo pari a 18,25 euro per ogni ora di assistenza domiciliare. Una richiesta che non ha eguali in altre zone d’Italia. Una quota superiore al doppio della retribuzione percepita dagli stessi operatori. Nei Comuni che hanno adottato questa pratica l’importo effettivo da pagare, per ogni ora di servizio, non supera in euro il numero delle dita di una mano”. A questo proposito il comitato porta il criterio adottato dal Comune di Roma – “determinazione della quota mensile in relazione all’I.S.E.E. del solo assistito e in base al livello del bisogno” (Giunta Capitolina del 21/12/2012) – come valido esempio. “Sono poco convincenti – proseguono le famiglie dei disabili – le motivazioni che ci vengono fornite sulla decisione presa dal Comune di Pomezia nella delibera del gennaio 2012. Abbiamo appreso dalle pagine del “Il Pontino Nuovo” anno XXVIII n. 7, che esistono delle interferenze sull’assegnazione dell’assistenza domiciliare a vantaggio di amici e conoscenti di alcuni politici e che alcuni cittadini usufruiscono addirittura di 8 o 10 ore al giorno di assistenza domiciliare.

E allora chiediamo, vista la gravità di dette affermazioni, di conoscere la verità su queste motivazioni: Perché si parla solo adesso di favoritismo, dopo richieste di cifre esorbitanti e insostenibili? Perché la soluzione adottata per arginare questo clientelismo è stata l’incremento della tassazione delle famiglie con disabili?  Sarebbe stato più semplice effettuare un’equa ridistribuzione delle ore disponibili ed erogarle a un prezzo congruo più vicino alla media nazionale. Perché non è stata data la priorità di assistenza a quelle persone che oggettivamente dimostrano di avere un handicap grave e che non possono da sole compiere gli atti quotidiani della vita?  Il criterio con cui è valutato il diritto all’assistenza è prettamente economico, mentre tale valutazione dovrebbe necessariamente essere accompagnata da criteri medici. Perché non sono state interpellate tutte le parti sociali come i sindacati e le associazioni di categoria? E’ bene, come di prassi, che ci sia un confronto tra Comune, cittadini e le varie organizzazioni.  Perché l’I.S.E.E. da presentare al Comune riguarda l’intero nucleo familiare e non il solo disabile? Numerose volte abbiamo posto queste domande senza ricevere risposta, aspettiamo ancora con fiducia. Noi intanto lotteremo per non perdere tutte le conquiste sociali raggiunte. Ci siamo mossi partendo da un concetto: la disabilità può riguardare tutti noi, in qualsiasi momento della vita. Non bisogna dimenticare che invalidi non solo si nasce, ma spesso si diventa. Oggi, con una vita media più lunga, è più probabile che persone della terza età possano trovarsi ad affrontare gravi problemi di salute. Lo sanno molti cittadini di Pomezia che hanno genitori, figli, fratelli, sorelle, parenti o amici in questa grave situazione”.

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