I giudici della V sezione penale della Cassazione si sono espressi sulle motivazioni della sentenza legata a Roberto Spada, dopo che al famoso capo clan di Ostia Lido era stata confermata il 13 novembre scorso una condanna a 6 anni con il riconoscimento dell’aggravante per metodo mafioso.
I magistrati hanno scritto riguardo alla sentenza inerente all’aggressione di Spada verso la troupe RAI che vide coinvolti il giornalista Daniele Piervincenzi e l’operatore Edoardo Anselmi della trasmissione “Nemo”: “Sussistono tutti i presupposti per l’affermazione della sussistenza dell’aggravante del metodo mafioso, essendo stato accertato che Roberto Spada si avvalse della forza di intimidazione promanante dall’associazione malavitosa imperante sul territorio, nota come clan Spada, ben presente alla mente dei giornalisti e bene nota agli abitanti del luogo, tant’è che alla stessa si fece riferimento ripetutamente nel corso dell’intervista, come soggetto collettivo in grado di influenzare le decisioni politiche assunte nell’ambito del quartiere“.
L’aggressione perpetrata da Roberto Spada alla troupe RAI si svolse il 7 Novembre 2017, quando il giornalista Daniele Piervincenzi con il suo cameraman avevano cercato per diverse ore d’intervistare il noto boss lidense riguardo le dinamiche politiche del X Municipio di Roma Capitale in concomitanza alle scorse amministrative municipali del posto. Piervincenzi infatti tampinò per diversi giorni Roberto Spada davanti la Femus Boxe, la palestra da lui occupata e dove insegnava la boxe a diversi ragazzi del quartiere. Il giornalista della RAI lo tallonò diverso tempo soprattutto per capire i rapporti della famiglia Spada con il movimento politico CasaPound Italia, considerato come su Ostia Lido la stessa Femus Boxe aveva organizzato eventi sportivi e d’intrattenimento con lo schieramento delle “tartarughe frecciate”.
Proprio il fortissimo tallonamento fece gradualmente irritare Roberto Spada davanti a domande molto scomode, che nella giornata del 7 novembre 2017 fecero degenerare tali insistenze in una violentissima aggressione ai danni di Daniele Piervincenzi e il cameraman Edoardo Anselmi. Proprio in questo contestò il capo clan lidense decise di tirare la famosa “capocciata” al giornalista di Nemo, che per il colpo subì la rottura del naso.