Un giovane ragazzo di 14 anni, affetto da leucemia linfoblastica acuta e che si trovava in terapia intensiva, è stato curato – per la prima volta al mondo – con una terapia sperimentata dall’Ospedale Bambin Gesù di Roma.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Critical care Explorations.
Al giornale La Repubblica la dottoressa Bottero ha spiegato che ‘Il ricorso a questa terapia ha consentito di ridurre i valori delle citochine in maniera significativa e di migliorare l’evoluzione del danno d’organo correlato a questi mediatori dell’infiammazione. Si tratta di una terapia che ‘non è solo di supporto agli organi ma letteralmente curativa‘.
Ecco in cosa consiste la terapia
Il giovane paziente è stato curato con una tecnica innovativa in combinazione con la nuova terapia chiamata Car-T.
La terapia Car-T consiste nell’estrarre dal sangue del paziente malato i Linfociti T, dopodiché il Dna di queste cellule viene modificato geneticamente in laboratorio così che i linfociti potenziati possano lottare contro il cancro ed eliminarlo.
Per contrastare un grave effetto collaterale di questa terapia come, per esempio, la sindrome da rilascio di citochine, una reazione eccessiva e potenzialmente letale del sistema immunitario – il sangue viene purificato rapidamente e rimesso in circolo.
Il 14enne, infatti, è stato trattato con Aferesi (depurazione del sangue) con successo ed è stato dimesso dalla terapia intensiva dopo 15 giorni. Si tratta di un nuovo approccio sperimentale studiato con successo dall’equipe medica dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma e che riduce notevolmente gli effetti collaterali della terapia genica (Car-T).
Una ricerca questa, come aveva spiegato il direttore del reparto di Oncoematologia del Bambin Gesù di Roma all’inviato de Le Iene Gaetano Pecoraro, Franco Mandelli- partita negli Stati Uniti.
‘Sono solo uno che prova a fare il suo lavoro nel modo migliore possibile‘ – aveva detto ai microfoni di Italia 1 Franco Mandelli.
E i risultati di questo gran duro lavoro sono, oggi più che mai, palesi a tutti.