La tecnica era sempre la stessa. Approfittando della sua avvenenza fisica, si avvicinava con una scusa banale alla vittima, intrattenendo anche una breve conversazione, poi al momento dei saluti, con un abbraccio, gli sfilava l’orologio, altri preziosi o addirittura il portafoglio.
Nell’ultimo colpo, avvenuto a Castelnuovo del Garda, in provincia di Verona, la giovane tuttavia, per impossessarsi di un costoso orologio, oltre al classico abbraccio è dovuta ricorrere con la vittima di turno, un professionista di 66 anni, a un energico corpo a corpo con l’uomo che si era rifiutato di farla salire sulla propria automobile. Solo a casa la vittima si era accorta del furto, denunciandolo, minuziosamente, presso la Stazione dei Carabinieri di Peschiera del Garda che hanno diramato le note di ricerca della donna a tutte le Questure d’Italia, vista allontanarsi insieme ad una complice, a bordo di una macchina con una targa e un modello compiutamente identificato.
A rintracciarla a Roma gli agenti del commissariato Vescovio, tra via Anapo e via Salaria, nel corso di un servizio di controllo del territorio, allertati da una segnalazione di un cittadino. L’uomo infatti, al quali i due occupanti dell’autovettura avevano chiesto informazioni stradali, ha segnalato ai poliziotti uno sguardo insistente in direzione proprio del suo prezioso orologio Rolex.
Accompagnati in commissariato per un controllo più approfondito, gli investigatori del commissariato Vescovio, diretto da Mario Spaziani, hanno potuto accertare che la donna, 29enne romena senza fissa dimora, fosse la stessa responsabile della rapina compiuta nel gennaio scorso a Castelnuovo del Garda.
D.L., dopo la convalida del fermo da parte dell’autorità giudiziaria, è stata così associata presso il carcere di Rebibbia.
Sono in corso ulteriori accertamenti per verificare se la donna abbia partecipato ad altre rapine o furti a Roma o nel resto d’Italia.