Imposte ed evasione, il Comune di Ardea è costretto a barcamenarsi tra numeri davvero deprimenti. Come se non bastasse lo stato di dissesto finanziario, quantificato recentemente dall’Organo Straordinario di Liquidazione in 21 milioni di euro, l’Amministrazione comunale è costretta a fare i conti, letteralmente, con chi non paga regolarmente le tasse.
Un argomento “scottante” che nel mese di gennaio ha sollevato un polverone di polemiche in particolare attorno ad alcune dichiarazioni del Sindaco: dal famoso «alabastro» per riasfaltare le strade, a condizione però che tutti paghino il dovuto, ai numeri (stratosferici) sull’Imu e della relativa evasione snocciolati sempre da Mario Savarese.
Parole forti, indubbiamente, a sostenere un’unica tesi: se volete veder risanato il Comune, compresa la manutenzione delle strade – che è poi stato il tema scatenante dell’intero dibattito – dovete fare la vostra parte. In qualche caso però i rapporti si sono ribaltati: sì, perché le cartelle esattoriali hanno raggiunto anche chi, invece, aveva pagato regolarmente il dovuto, come testimoniato dai casi raccolti dalla nostra redazione. Il che, chiaramente, non fa che inasprire il clima di conflittualità tra Amministratori e cittadini che ormai si respira da tempo sotto la Rocca.
Tari: quanto manca all’appello
Veniamo ai numeri. I dati sull’Imu, che riprenderemo più avanti, sono stati pubblicati su tutti i giornali e sono ormai noti ai più. Ma anche la partita della Tari rivela più di una sorpresa considerando che anche qui i mancati incassi per le casse comunali non sono di certo irrilevanti.
Ad Ardea, è bene ricordarlo, la tassa dei rifiuti si può pagare fino a tre rate con scadenze fissate per luglio, settembre e novembre. Al 19 gennaio 2020, riferendosi alla Tari dello scorso anno, aveva pagato soltanto il 55,21% dei contribuenti, valore che scende ulteriormente considerando la percentuale degli incassi sugli importi dovuti (43,01%). Per il Sindaco si tratta comunque di un dato provvisorio che va così contestualizzato: «Molti pagamenti arriveranno in ritardo e altri saranno frutto di cartelle esattoriali», ci dice Savarese.
«Dopo i cinque anni, periodo entro il quale è possibile esigere la tassa, tendenzialmente mancherà alla fine un 30%. Dopo 5 anni, ad esempio, la Tari incamerata riferita al 2014 è al 68%, quella dell’anno scorso (2019) è invece ferma al 43%; ma nel corso degli anni a seguire raggiungerà tendenzialmente il 65/70%. Il 30% e oltre che rimane non pagato dai contribuenti è immobilizzato sul Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità (FCDE) il che equivale a sottrarre fondi alle risorse tributarie e quindi alla possibilità di spese correnti (servizi ai cittadini)», prosegue il primo cittadino.
Poi una precisazione: «Faccio notare inoltre la differenza tra i mancati pagamenti in termini di percentuale di utenti, in confronto alla percentuale del mancato incasso. All’inizio a non pagare sono i cittadini che producono l’entrata più alta, quelli cioè che devono più soldi, ma, per contro, sono invece le cifre più basse a essere più facili da recuperare…».
Tassa sui rifiuti e buche: la stoccata del Sindaco
E si torna al discorso delle buche: «È importante sapere che la quota Tari non incassata dall’ente viene poi compensata pagando le spese della raccolta dei rifiuti sottraendola alle entrate Imu, ossia alle spese correnti. Un cittadino che non paga la Tari impedisce all’ente di spendere soldi per riparare le buche. Giusto per semplificare gli effetti. Sono 37.000 i ruoli Tari: se il 30% non paga vuol dire che ad evadere sono 11.000. Ogni evasore vale in buche circa 350 Euro. Il costo in opera di un metro cubo di asfalto con il quale mediamente si saturano una trentina di buche. Con lo stesso importo potrei dare gratis il trasporto scolastico a tutti e la mensa. A questo punto chi è che si deve vergognare? Il sindaco che dice come stanno le cose o il consigliere che prende le difese del cittadino che non paga le tasse?».
Imu: “buco” da 22 milioni
Non va meglio per l’imposta sulla casa che, come è noto, non si paga sulla prima abitazione. «Questa tassa è dovuta da tutti i cittadini proprietari di immobili. Mi soffermerò esclusivamente, per semplicità, sugli immobili adibiti ad abitazione privata. ono 49.281 le abitazioni regolarmente accatastate ad Ardea; il loro valore fiscale complessivo ammonta a oltre cinque miliardi di Euro.
L’Imu non è dovuta per l’abitazione principale dove comunemente vive e soggiorna un nucleo familiare, seppur composto da un solo componente; sono poco più di 24.000 le famiglie di Ardea». «Supponendo che ciascuna di queste occupi un immobile – continua il Sindaco – restano oltre 25.000 abitazioni da cui l’ente dovrebbe incassare la tassa. Mediamente il valore tassabile di una casa ad Ardea è di circa 110.000 Euro, il che ci porta a calcolare un incasso teorico per l’ente di oltre 27 milioni di Euro ai quali aggiungere la quota che lo stato dovrebbe riconoscere all’ente quale ristoro per l’abolizione della tassa sull’abitazione principale: questa cifra dovrebbe essere di poco superiore ai 10 milioni di Euro. Per la sola Imu Ardea dovrebbe incassare, dunque, circa 37 milioni». Ed ecco il punto. «Quanto realmente incassa il comune di Ardea? Poco più di 15 milioni di Euro! Mancano all’appello 22 milioni che, se incamerati, farebbero di Ardea la città più ricca del litorale».
Tirando le somme
Chiudendo il cerchio, e tralasciando in questa sede la Tasi, il quadro è decisamente complicato per le casse pubbliche. Dichiara ancora Savarese: «Per le sole abitazioni (escludendo dunque le pertinenze e gli esercizi commerciali (cat C) e gli opifici (cat D), il mancato gettito IMU per il comune di Ardea pesa per oltre 22.000.000 €. Se a questi aggiungi il mancato gettito Tari (a regime circa 3.000.000 €) mancano all’appello ogni anno 25 milioni di euro. Questa è la verità “scomoda” che va raccontata. Se tutti pagassero regolarmente le tasse, usciti dal dissesto, potremmo ridurre IMU e TARI del 50% garantendoci comunque entrate superiori a quelle attuali».
Il Fondo di Solidarietà Comunale
Ma non finisce qui. Sin dall’inizio del suo mandato Mario Savarese ha condotto più di una battaglia per denunciare ciò che accade con il cosiddetto Fondo di Solidarietà Comunale. Spiega il primo cittadino: «I comuni contribuiscono al fondo in base alla loro capacità fiscale calcolata come una percentuale dell’Imu. Il fondo alimentato dai comuni stessi è ridistribuito loro in base a criteri alquanto discutibili. Calderoli lo aveva pensato in base alle reali necessità dei cittadini (fabbisogno standard) ma nel calcolarlo il fabbisogno considerato non è quello richiesto idealmente dai cittadini, bensì quello che il Comune deve erogare, quindi dovremmo chiamarlo fabbisogno standard dei comuni e non dei cittadini. E che cosa accade? Se il Comune non eroga servizi (ad esempio trasporto scolastico, mensa scolastica, agevolazioni varie, servizi a domanda individuale, ecc.) vuol dire che non ha bisogno di aiuto e quindi non riceve nulla. Ad Ardea c’è un’ulteriore beffa: non solo non riceviamo nulla, siamo noi a dover ridare indietro ulteriori soldi. Quanti? Per il 2020 Ardea dovrà versare 255.693,40 Euro. Sapete cosa accade invece alla vicina Pomezia? Loro avranno un contributo di 7.809.684,04 Euro. Tutto questo non può essere normale».
Le contromisure
Ma perché Ardea fa tutta questa fatica ad incassare le tasse? «Fondamentalmente per due motivi», ci dice Savarese. «In primis il cittadino di Ardea paga tendenzialmente l’Imu ma non del tutto la Tari. Il cittadino proprietario di case ad Ardea tende invece a non pagare nulla. È una questione culturale. Dopodiché c’è la scarsissima capacità degli uffici, direi prossima allo zero, di analizzare i dati, ricavarne le informazioni utili a individuare gli evasori, mettere in atto gli strumenti per il recupero dell’evaso. Sostanzialmente, vuoi per vera e propria incapacità e volontà, vuoi per carenza di personale, quel poco che si è fatto fino ad oggi è stato affidato a società esterne di consulenza».
Che cosa si sta facendo allora per ovviare a questi problemi? Spiega il Sindaco: «Abbiamo cambiato il dirigente all’area finanze e tributi e stiamo assumendo un nuovo responsabile. Inoltre alimenteremo il reparto affidando all’esterno integralmente la gestione tributi ad un’azienda che individueremo attraverso un bando pubblico. Ci siamo dotati inoltre di un software che ci consentirà di seguire passo passo in dettaglio l’andamento dell’ufficio e l’efficacia delle azioni di recupero. Infine incroceremo i data base anagrafici con quelli delle utenze, catastali e dell’agenzia delle entrate per far emergere l’evasione. È un cammino in salita ma necessario».
Gli “orrori” degli Uffici
Ma non tutti sono disonesti (e ci mancherebbe!). Ci sono infatti i contribuenti onesti e per bene che invece, al contrario magari di chi evade realmente le tasse e in modo volontario, è costretto a lottare contro una burocrazia iniqua. Accade così per esempio che un cittadino si ritrovi ogni anno a contestare un avviso di pagamento Tari per un’abitazione venduta nel 2006. «Se il sindaco di Ardea Mario Savarese quando parla di cittadini morosi, che non pagano le tasse, si riferisce a persone come me, credo che stia prendendo un grande abbaglio. E allora, altro che asfaltare le strade con l’alabastro, non potrebbe usare nemmeno lo scotch!». A ironizzare è Gianluca che ormai da 13 anni riceve puntualmente i bollettini non dovuti dal Comune. «Ogni anno mi chiedono circa 250 euro che ovviamente non pago.
Apparentemente sembra che capiscano, ma evidentemente non è così, perché puntualmente l’anno dopo mi arriva il nuovo avviso di pagamento. Una situazione che, secondo quanto racconta l’uomo, non dà un’immagine edificante dell’Ufficio Tributi. Ma il suo non è l’unico caso.
C’è infatti anche la storia di Roberto: «Oggi mi trovo all’ufficio tributi di Ardea insieme a circa 20 altre persone che come me hanno ricevuto una cartella “pazza” per un’Imu non pagata nel 2014. Cosa che chiaramente io ho fatto, ma al di là di questo va fatto notare anche che tutti gli accertamenti si connotano per una strana approssimazione in eccesso. Nel mio caso ad esempio per un tributo originario di 176€ mi è stato contestato un mancato pagamento di 1.300€. È forse tramite il tartassamento delle famiglie regolari che il sindaco ha pianificato di sanare il bilancio di Ardea?».
La sua situazione è stata poi chiarita ma come metterla con la mattinata persa e con la paura che comunque, inevitabilmente, ti prende dietro ad una richiesta così alta, specie se riguarda una famiglia mono reddito? Altri ancora hanno visto il conto presentato dagli Uffici superare i 20.000,00 euro tutte situazioni che, per carità, verranno accertate singolarmente. Chiude il quadro il problema pratico di dover poi far fronte ad orari molto ridotti degli Uffici e di un personale troppo carente per far fronte a tutto. Un dato è però certo: se l’obiettivo è stanate i veri evasori, non quelli che invece pagano regolarmente, allora bisogna ridurre al minimo – azzerarli sarebbe un’utopia ce ne rendiamo conto – errori grossolani come quelli riportati.