Venerdì 22 novembre, presso il Casale Certosa, è stato presentato da un potentissimo fondo immobiliare “Il grande progetto di social housing nel Comune di Roma: un nuovo modello dell’abitare. Una città dinamica”. I lavori di urbanizzazione sono già iniziati.
Sabato 7 dicembre 2019 alle ore 15 è stata convocata dal coordinamento NOINC una manifestazione-corteo con partenza da piazza San Pietro ad Albano contro la riapertura dell’impianto di TMB e della discarica di Albano. I lavori di ricostruzione dell’impianto di TMB sono già iniziati.
“Il progetto di housing sociale in zona Palazzo-Cancelliera e la riapertura della discarica di Albano sono due speculazioni dello stesso stile, organizzate nei palazzi romani per favorire i profitti di potenti privati, catapultate sul territorio senza una logica, contro il parere delle popolazioni, dei comitati, delle associazioni ambientaliste, della libera stampa, delle amministrazioni comunali – tuonano dal Partito Comunista dei Castelli Romani – La Regione Lazio a guida Zingaretti ha lavorato in questi mesi per la riapertura della discarica di Albano, approvando in giunta le linee di indirizzo del nuovo Piano Regionale dei rifiuti in piena estate (il 3 agosto 2019) e, seguendo tali indicazioni, gli uffici competenti della regione hanno rilasciato in modo frettoloso le relative autorizzazioni. Quella discarica non serve al territorio, che dopo anni di pressione dei cittadini, dei comitati e delle associazioni ambientaliste ha imboccato la strada virtuosa della raccolta differenziata e dell’economia circolare. Il Comune di Roma vuole realizzare un “nuovo modello dell’abitare”, denominato housing sociale, deportando migliaia di famiglie con situazioni di disagio sociale all’estrema periferia della capitale, in zona Palazzo-Cancelliera, in 16 palazzoni di 8 piani (tipo Tor Bella Monaca o Scampia) con vista sul nuovo cimitero di Albano, in mezzo alle esalazioni e ai miasmi dell’impianto di trattamento dell’umido e del depuratore delle acque reflue, a un chilometro in linea d’aria dalla discarica di Cerroni ad Albano”.
Ma cosa comporta vivere a un chilometro da una discarica (tipo Malagrotta)?
L’allarme è arrivato nel 2016 da uno studio del Servizio sanitario regionale del Lazio: abitare entro 5 chilometri da una discarica potrebbe aumentare del 5% il rischio di disturbi respiratori e del 34% quello di cancro ai polmoni.
Una discarica nei pressi di casa è un bel problema. Non soltanto per il tanfo e le inevitabili preoccupazioni di ordine igienico, ma anche perché potrebbe compromettere la salute dei nostri polmoni: aumentando il rischio di soffrire di patologie respiratorie, anche mortali, e forse più grave, quello di sviluppare un tumore al polmone.
L’allarme dello studioso del territorio
Sulla vicenda è intervenuto anche Giosuè Auletta, studioso del territorio dell’agro romano.
“Non ci sono parole per definire quello che è successo venerdì 22 novembre al casale della Certosa a Santa Palomba. Da una parte c’era uno staff di circa venti persone (vestite di nero con camicia e cravatta) della Cassa Depositi e prestiti, della fondazione Housing Sociale e del gestore del Fondo immobiliare di Santa Palomba (Dea Capital Real Estate). Al tavolo della presidenza c’erano, all’inizio, tre donne che hanno illustrato il loro ‘progetto sociale di smart living, di coworking, di connettività per una città DINAMICA da realizzare a Santa Palomba’ – ha dichiarato Auletta – Le tre donne, e lo staff degli organizzatori, non si aspettavano la presenza in platea di cittadini come il sindaco e il vicesindaco del comune Albano, l’assessore all’urbanistica del comune di Ariccia, di un consigliere del IX municipio e la presenza di cittadini coscienti, responsabili ed informati. Gli organizzatori, infatti, non avevano fatto nulla per informare i cittadini, i giornalisti, le amministrazioni locali ecc. Nessun comunicato stampa, niente. L’unica cosa che avevano fatto era una comunicazione al comune di Albano, tre ore prima della riunione. La riunione al Casale della Certosa era una cosa tra loro, pro forma, da postare sui social, per far vedere quanto erano disponibili e vicini alla gente speculando con i soldi del risparmio postale degli Italiani nella Cassa Depositi e Prestiti. All’improvviso è arrivato, con oltre mezz’ora di ritardo, l’assessore all’urbanistica del comune di Roma Luca MONTUORI, l’unico che era stato avvertito per il loro selfie finale”.
“Dopo aver ascoltato pazientemente le relazioni delle tre donne, soprattutto quella di Paola Delmonte, responsabile della Cassa Depositi e prestiti (la più infervorata proveniente da Milano) – ha proseguito Auletta – i cittadini hanno cominciato a fare qualche domanda: “Voi sapete dove si vogliono portare 4000 persone a Santa Palomba con la costruzione di 1000 appartamenti, in mezzo a capannoni industriali, in palazzoni di 7 piani? Conoscete la zona? Sapete dov’è? Conoscete i problemi della viabilità, della mancanza d’acqua, della presenza di una Malagrotta locale come la discarica di Roncigliano?” Sono intervenuti il vicesindaco ed il sindaco di Albano, l’assessore di Ariccia, il presidente del comitato di quartiere di Santa Palomba, il rappresentante No Inc, il consigliere del IX municipio, il presidente di Italia Nostra Castelli romani che hanno tentato di far capire le ragioni di chi vive in questo territorio, lo conosce realmente e si impegna per migliorare la situazione di una periferia dove Roma scarica tutti i suoi problemi sociali e di monnezza senza ascoltare o coinvolgere nessuno aggiungendo degrado a degrado.
A questo punto gli organizzatori della riunone hanno tenuto a precisare che a loro interessava il “sociale” e non “l’urbanistica” come se le due cose fossero separate. È intervenuto Luca Montuori, sempre più nervoso ed agitato, sostenendo che la responsabilità urbanistica per quello che si vuole fare a Santa Palomba è di “quelli che c’erano prima” dimenticando che la convenzione urbanistica, per cemetificare ed asfaltare altri 34 ettari di AGRO ROMANO al confine tra Roma ed Albano (vedi allegato con simulazione al computer dei PALAZZINARI) è stata autorizzata da Virginia Raggi nel 2018. Alle motivate obiezioni dei cittadini, lo staff degli organizzatori reagiva in maniera sempre più agitata e scomposta. Paola Delmonte, alla fine, ha concluso che il degrado porta degrado e che “dovevamo ringraziarli per tutto quello che loro generosamente vogliono fare per noi” in questa periferia romana considerato che da un punto di vista urbanistico non c’è più niente da fare se non accettare lo stato di fatto della speculazione edilizia come un destino fatale.
A questo punto è intervenuto, per calmare gli animi, il maschio gestore del Fondo immobiliare di Santa Palomba proponendo, con un sorriso beffardo, al sindaco di Albano di sedersi intorno ad un tavolo per decidere “insieme”. A questi punto tutti i cittadini si sono alzati e la riunione è finita con una certezza: per fortuna a Santa Palomba è dintorni ci sono ancora cittadini consapevoli, dignitosi e coraggiosi con un senso di appartenenza al territorio. È assolutamente necessario trovarne altri informando la cittadinanza.