La notte tra il 18 e 19 maggio 2019 una giovane donna è stata soccorsa all’interno della discoteca Factory Club di Roma, in stato di shock, dopo aver subito una violenza sessuale di gruppo da parte di tre uomini a lei sconosciuti, in un ambiente di servizio di pertinenza del locale, mentre era in corso una serata con centinaia di persone che ballavano a pochi metri di distanza.
Il personale della IV Sezione della Squadra Mobile, specializzato nel contrasto ai reati di violenza di genere, coordinato dai Magistrati del Gruppo VIO della Procura della Repubblica di Roma, ha avviato nell’immediatezza una complessa e articolata attività investigativa, che ha portato dopo qualche settimana all’individuazione di uno dei tre violentatori, P.R.G., di nazionalità rumena, sottoposto il 18 luglio scorso a fermo di indiziato di delitto e tuttora in carcere.
Le indagini non si sono fermate e hanno consentito di individuare un secondo responsabile della violenza, H.I. un tunisino di 35 anni, addetto alla sicurezza della discoteca. Lui, “il secondo uomo vestito come un addetto alla sicurezza” – così la vittima lo ha descritto la vittima – , è sopraggiunto mentre stava subendo gli abusi del primo.
La ragazza ha sperato che giungesse in suo aiuto ma lui, invece di soccorrerla, non ha esitato a sopraffarla con la forza insieme al primo uomo, P.R.G., anch’egli in servizio quella sera e oggi in carcere, con cui si era avvicinato al luogo in cui si stava consumando la violenza.
Gli investigatori, partendo dalla descrizione fatta dalla ragazza, hanno identificato tutto il personale di sicurezza e di servizio presente nel locale, con molte difficoltà dovute alle incongruenze nelle dichiarazioni degli organizzatori della serata.
Le informazioni acquisite sono state incrociate con le testimonianze di alcuni giovani che si trovavano nel locale per trascorrere la serata, che hanno fornito agli investigatori foto e video in loro possesso.
Il cerchio si è ristretto sulla figura di H.I, uno dei buttafuori “in regola”, addetto all’area della discoteca attigua al luogo del delitto il quale, pochi giorni dopo i gravi fatti, aveva lasciato l’Italia per rientrare in Tunisia. La certezza sulla corretta direzione dell’ipotesi investigativa è arrivata con la comparazione del DNA dell’uomo, che è stato ritrovato sulla vittima e sugli abiti che indossava.
Nella serata di ieri, certo che le acque si fossero calmate per il trascorrere del tempo, H.I, è sbarcato dalla Tunisia all’aeroporto di Fiumicino dove personale della Squadra Mobile di Roma, in collaborazione con la Polizia di Frontiera di Fiumicino, lo ha tratto in arresto in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Roma.
Il provvedimento restrittivo, disposto all’esito delle approfondite indagini che hanno fatto emergere a suo carico gravi indizi di reato per violenza sessuale di gruppo aggravata e lesioni, ha aperto anche per lui le porte del carcere di Regina Coeli.
L’attività degli investigatori è ancora in corso al fine di individuare il terzo responsabile del grave delitto.