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Salina, il nuovo racconto di Nicola Genovese

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Eccoci al nuovo appuntamento settimanale con i racconti di Nicola Genovese, autore dei romanzi “Il figlio del prete e la zammara”,  “Il nipote del prete” e “Lipari-La Rinascita”.

Questa volta si tratta di un racconto che parla di una persona reale, conosciuta questa estate, a cui Nicola dedica lo scritto.

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Questa estate mi trovavamo a Lipari con mia moglie per presentare il mio libro “Lipari-La Rinascita”.
Mi vergogno a dirlo, ma nonostante io sia siciliano ancora non avevo mai visto Salina, mentre ben conoscevo tutte le altre sei perle dell’arcipelago eoliano.
Decisi quindi di dedicare un giorno a questa isola.
Arrivati al porto di Santa Marina, l’accoglienza ci è stata data da un cartello che ritraeva il famoso Massimo Troisi nel film “Il Postino”, con Philippe Noiret e Maria Grazia Cucinotta.
In tale cartello era stata murata la bicicletta con la quale aveva girato alcune scene nell’isola.
Ci recammo nel piccolo centro di Pollara, dove erano state ambientate le più belle scene de “Il Postino”.
La permanenza di Massimo Troisi nell’isola aveva attirato molti turisti e dato grande visibilità alle bellezze dei paesaggi.
Quanti ricordi e quanti rimpianti per questo grande attore scomparso troppo presto!
Poco dopo abbiamo preso il pullman che conduceva a Malfa, piccolo centro nel cuore di Salina.
Qui siamo andati a trovare Francesco Fenech, un personaggio unico, che coltiva con passione i vigneti, dai quali ricava una Malvasia vera, unica e ricercata.
L’esperienza non si improvvisa! I suoi avi hanno fatto i viticultori per più di due secoli.

La famiglia Fenech è oriunda di Malta, da dove erano partiti per sfuggire al colera intorno al 1750.
Il capostipite Francesco sposò una donna di Lipari.
Tra i figli si distinse Felice, che dopo gli studi in seminario fu ordinato sacerdote. Il vescovo di Lipari nel 1840 lo nominò Vicario Generale della Diocesi di Messina.
Nel 1866 morì lasciando in tutti i liparoti un ricordo indelebile.
Il nostro Francesco è molto attaccato alle tradizioni di famiglia, e al nostro arrivo, dopo averci offerto della speciale Malvasia accompagnata da biscottini fatti in casa, ci ha mostrato un libro sulla storia di Padre Felice da Lipari –Edizione Spes, del 1967.

Ci ha fatto sedere all’aperto, in un angolo, intorno ad un tavolo, da dove si scorge un panorama mozzafiato con un mare di un blu intenso.
Sopra le nostre teste, ci riparava dal sole una copertura a giorno fatta di canne, mentre sulle travi che la sorreggevano pendevano delle scocche di pomodori e cipolle che davano un particolare tocco di colori a quell’angolo di paradiso.
Subito dopo ci accompagnò a vedere le attrezzature per la selezione e la lavorazione dell’uva.

Ci accorgemmo subito di avere a che fare con una persona intelligente, competente e attaccata alla sua terra.
Iniziò a raccontarci quando nei primi tempi, insieme al papà Antonio, vendeva i suoi prodotti direttamente in cantina, prelevandoli dalle botti.
Verso la fine del 1996 ebbe l’idea di imbottigliare il suo vino, la ”Malvasia delle Lipari”, con una sua etichetta che ebbe un enorme successo.
Acquistò altri terreni, sempre a Malfa, espandendo la propria attività in Italia e all’estero.
Nel 2005 la sua Malvasia è stata classificata tra i migliori vini d’Italia, e nel 2006 ha ottenuto la medaglia d’argento durante il Concorso Mondiale delle Malvasie svoltosi a Madeira.
Erano quasi le tredici e ci invitò a pranzo.
Aveva cucinato una sua cugina, gentilissima e molto affezionata, che vive in Australia. Va a trovarlo tutti gli anni e si ferma per alcuni mesi.
Aveva preparato un prelibato pranzo a base di pasta al forno, melanzane e carne.
Il tutto annaffiato con un’ ottimo vino denominato “Maddalena di Malvasia”, di colore giallo paglierino, con un gusto gradevole e aromatico.
Tale vino lo ha dedicato alla figlia Maddalena e alla mamma Maria Maddalena, morta quando lui aveva sette anni.

Abbiamo parlato della Malvasia e dei capperi, che sono prodotti originari di Salina e non di Lipari.
Spesso sono contrabbandati come prodotti locali, e invece prevengono da altri paesi come il Marocco. Ci ha spiegato come riguardarsi dalle contraffazioni.
La tavolata era composta, oltre che dalla cugina, da un esperto innestatore di viti rinomato in tutta la Sicilia.
Francesco ci ha accennato della sua vita privata, da quando era andato a studiare all’Università di Pisa, per poi abbandonarla dopo essersi innamorato di una splendida ragazza di origine australiana.
Tale amore era stato contrastato dal padre, che da buon siciliano all’antica (padre/padrone) aveva ostacolato tale storia.
Non mi addentro di più per rispetto della privacy.
Prima di andare via gli ho regalato una copia del mio libro, “Lipari. La Rinascita”, con dedica personale.
Lui ci ha fatto dono di una confezione delle sue Malvasie. Poi ci ha accompagnato al porto, dove abbiamo preso l’aliscafo per ritornare a Lipari.
Durante le ore trascorse con Francesco, ho avuto modo di conoscere una persona di grandi sentimenti e di grande attaccamento al lavoro, alle tradizioni e alla famiglia…e questo racconto sono felice di dedicarlo a lui.

Nicola Genovese

I romanzI di Nicola Genovese sono reperibili su Ibs libri, oppure richiedendolo direttamente all’editore Aulino Tel.3284793977 oppure via e-mail:info@Aulinoeditore.it

 

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