Avere un bambino spesso è l’espressione del sogno di una coppia, il trasformare in qualcosa di tangibile il loro amore, dandone prova al mondo in modo concreto. Diventa un desiderio acuto, che se non soddisfatto a lungo andare può generare squilibri e rotture non solo all’interno della coppia stessa, ma anche in chi, tra i due partner, sente maggiormente il bisogno di diventare genitore.
Solitamente è la donna ad avere in maniera più forte questa esigenza, ma a volte anche l’uomo non si sente completo se non raggiunge l’obiettivo di diventare padre, di avere una propria discendenza.
Ma, complice anche la vita frenetica, non sempre avere un figlio è così facile o naturale. A volte capita semplicemente che il momento giusto passa, troppo presi dalla carriera o da altri mille impegni, e ci si accorge di voler diventare genitori quando l’orologio biologico ha rallentato fortemente i suoi ritmi, ostacolando o addirittura impedendo la fecondazione.
Dopo avere provato per diversi mesi (almeno un anno) ad avere un figlio e non esserci riusciti, bisogna quindi capire innanzi tutto quanto è forte il bisogno di un bambino tutto nostro. Se si tratta di un’esigenza che nasce dal profondo del nostro essere, allora si dovrà decidere se ricorrere o meno alla fecondazione assistita.
Ma cos’è la fecondazione assistita?
La fecondazione artificiale o assistita è l’insieme delle procedure mediche che consentono di ottenere una gravidanza in quelle coppie che non riescono a concepire spontaneamente, dopo almeno un anno di rapporti sessuali liberi e non protetti.
Il ricorso è possibile quando non vi siano altri metodi terapeutici efficaci per risolvere le cause di sterilità o infertilità.
La riproduzione assistita prevede una gamma di opzioni terapeutiche più o meno invasive che nel nostro Paese sono state suddivise, in considerazione della complessità ed eventuale necessità di anestesia, in:
tecniche di I livello;
tecniche di II e III livello.
Non esiste una tecnica migliore o peggiore dell’altra, ma semplicemente quella più idonea al quadro clinico presentato da ogni diversa coppia.
In pratica, si tratta di un insieme di procedure mediche che consentono alla coppia di arrivare alla sospirata gravidanza attraverso tecniche come l’inseminazione omologa, la fecondazione in vitro e il trasferimento embrionale, la crioconservazione dei gameti ed embrioni o il trasferimento intratubarico di gameti, zigoti ed embrioni.
La scelta della tecnica solitamente si basa a seconda dei problemi riscontrati nella coppia, che possono essere sia nell’uomo che nella donna, oppure in entrambi, e si stabiliscono attraverso una serie di esami specifici.
Inseminazione artificiale e fecondazione in vitro
Per poter procedere con la fecondazione assistita, si usano sostanzialmente due tecniche: l’inseminazione artificiale, ovvero la fecondazione in vivo o intrauterina (UIU), e la fecondazione in vitro, conosciuta come FIVET.
Inseminazione intrauterina (IUI)
È sicuramente la tecnica più semplice: il personale medico introduce gli spermatozoi direttamente all’interno della cavità uterina, facilitando l’incontro con l’ovulo rispetto ad un rapporto sessuale.
Fecondazione in vitro
In questo caso la fecondazione avviene all’interno di una provetta, dove si inseriscono sia gli ovuli che gli spermatozoi. Questo metodo, conosciuto come FIVET (fertilizzazione in vitro ed embryo transfer), anche nell’Intracytoplasmic sperm injection, o ICSI, che prevede l’inserimento diretto di uno spermatozoo nell’ovulo. Attraverso questa tecnica ci sono molte più probabilità di riuscita in confronto all’inseminazione intrauterina.
Se parliamo di fecondazione assistita Roma, o nella regione Lazio, ci accorgiamo che il numero delle coppie che ricorrono a metodi non naturali per avere un figlio è in costante crescita.
Purtroppo l’offerta è inferiore alla domanda e questo comporta che sono molti colori che scelgono di andare fuori regione per intraprendere questo percorso.