Il caso della Bandiera Lilla a Pomezia ha superato i confini comunali trovando spazio sulla stampa nazionale. Ad occuparsi del tema è stato IlFattoquotidiano.it che ha realizzato un lungo focus sull’argomento. La questione delle barriere architettoniche e dell’accessibilità del resto non è certo nuova a Pomezia e noi stessi, nel mese scorso, abbiamo realizzato un lungo reportage sul tema; quello che abbiamo trovato è una città – ancora senza un Peba malgrado le scadenze e gli obblighi imposti dalla legge – preda piuttosto delle barriere architettoniche, dove un diversamente abile non può spostarsi in autonomia.
A fronte infatti di poche situazioni puntuali dove viene garantita una certa accessibilità, in città così come al mare, manca tutto il contesto attorno, cioè percorsi e passaggi in grado di collegare l’intero tessuto urbano in un sistema organico. Per di più, anche laddove recentemente il Comune si è mostrato sensibile al tema, predisponendo alcuni interventi, questi ultimi, proprio in mancanza del Peba, si sono rivelati parziali, insufficienti o addirittura totalmente sbagliati.
Ad ogni modo è stato il caso ‘Lilla’ a fare maggiore scalpore proprio in virtù di ciò che dovrebbe rappresentare, ovvero una città accessibile ai diversamente abili, e che invece, a conti fatti, non lo è o comunque lo è solo in piccolissima parte. «La Bandiera Lilla certifica che Pomezia è al pari di molti comuni del nord Italia in materia di accessibilità», ha dichiarato, per contro, il Sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà. «La pagina dedicata a Pomezia sul loro sito riporta tutte le zone ad elevata accessibilità come il centro storico, i giardini pubblici, il lungomare di Torvaianica, le piazze, la biblioteca comunale e la Riserva naturale Sughereta. A questo si aggiungono i percorsi podotattili, i parcheggi e gli edifici di interesse turistico come il Museo Lavinium con i percorsi tattili e le guide cartacee in braille. Menzione speciale per le spiagge libere di Torvaianica con passerelle, sedie job e bagni per disabili», ha aggiunto la vicesindaco Morcellini giusto qualche giorno fa.
Bandiera Lilla: un premio costato 10mila euro
Grazie però grazie all’associazione Luca Coscioni, la città si era accorta che questa bandiera è stata assegnata comunque a fronte di una collaborazione non certo gratuita, ma costata ben 9800 euro. Così Giuseppe Di Bella al Fatto.it: «La procedura di adesione (art. 4 della convenzione) è abbastanza semplice – spiega il portavoce di Pomezia Senza Barriere e consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni – il Comune paga alla cooperativa 6.860 euro per acquisire username e password utili per la compilazione di un questionario di autovalutazione, poi invia il questionario e, a questo punto, paga altri 2.294 euro e un rappresentante della cooperativa compie una valutazione dei luoghi e in caso di esito negativo restituirà solo la seconda quota. Chiuso iter e pagamenti la cooperativa consegna al Comune bandierine e striscioni lilla pronti per essere esibiti».
Poi Di Bella sottolinea due criticità importanti: la prima è che l’omonima cooperativa che ha rilasciato la certificazione, nata nel 2012 e con sede a Savona, ha effettuato la valutazione del territorio pometino in una sola giornata (quando noi abbiamo impiegato oltre un mese per passare ai raggi-x le “zone principali”, si noti bene, della città) come confermato dalla stessa amministrazione comunale; in secondo luogo non sono chiare, precisa Giuseppe Di Bella, le competenze specifiche di chi ha fatto le valutazioni di «spiagge, piazze, giardini, chiese, palazzi storici, impianti sportivi, museo e biblioteca» dove Pomezia ha mostrato, come riportato dal primo cittadino, «buona attenzione per l’accessibilità». Un «titolo immeritato insomma», chiosa il consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni, «e che ha scatenato le ire delle persone che sono costrette a vivere la realtà di Pomezia, rimaste indignate per quanto accaduto».
Iacopo Melio: «Bandiera Lilla? Un controsenso»
Il FattoQuotidiano.it ha intervistato anche l’attivista Iacopo Melio, divenuto famoso per le sue battaglie per l’accessibilità e Presidente della ONLUS #vorreiprendereiltreno da lui fondata nel 2015. «La Bandiera Lilla, che dovrebbe essere sinonimo di accessibilità, in una città senza una mappatura delle barriere architettoniche è un controsenso». «Il concetto stesso di accessibilità – conclude Melio – talvolta viene completamente distorto. Forse, prima di parlare proprio di accessibilità, dovremmo capire cosa indichi realmente».
Paolo Moscogiuri: «Assurdo valutare un singolo luogo senza considerare i percorsi per arrivarci»
Nel nostro giro a Pomezia ci eravamo avvalsi dell’aiuto dell’Architetto Paolo Muscogiuri, che anni addietro peraltro dedicò buona parte di un suo libro, “La città fragile”, a Piazza Indipendenza e dintorni; Moscogiuri, un Master in Progettazione senza barriere, collabora oggi, ad esempio, con il III Municipio di Roma nella consulta per la disabilità. Lui è l’autore di centinaia di foto che ritraggono le barriere architettoniche di Pomezia e Torvaianica che in parte avete trovato nella nostra inchiesta e che potete visionare qui. Sulla Bandiera Lilla si è così espresso: «L’errore che considero più deleterio, in questa storia, è quello di giudicare un museo, una struttura pubblica o una spiaggia accessibili, senza valutare i percorsi per arrivarci», ha dichiarato al Fatto.it.