La pesca è uno sport evergreen che vi consente di vivere a stretto contatto con la natura; l’elenco delle tecniche disponibili è davvero interminabile, ma oggi desideriamo parlarvi del surfcasting. Questo particolare tipo di pesca richiede una conoscenza approfondita di mare, fondali, correnti e specie ittiche; un altro elemento da non sottovalutare è l’attrezzatura che può certamente fare la differenza se non volete prendere un cappotto.
La guida che vi proponiamo vuole, quindi, fornirvi alcuni utili suggerimenti in modo tale che possiate arrivare pronti alla prossima battuta di pesca. Vi daremo alcuni utili consigli in materia di canne, mulinelli, supporti, piombi ed esche; infine, vi spiegheremo quando e dove andare a pescare con la tecnica del surfcasting.
L’attrezzatura indispensabile per pescare con la tecnica del surfcasting
Se desiderate iniziare a praticare questo tipo di pesca, sappiate che vi occorre la giusta attrezzatura (che vi consigliamo di acquistare in questo negozio pesca online). Prendete, quindi, carta e penna perché stiamo per presentarvi l’elenco dettagliato di tutto ciò che vi serve.
· Canna: questa tecnica di pesca necessita di canne lunghe e potenti per coprire distanze importanti con montaggi talvolta pesanti (piombature fino a 200 grammi). Scegliete, quindi, una canna con lunghezza compresa tra 4 e 5 metri al fine di mantenere la lenza sopra le onde (4,5 metri sono perfetti se siete principianti). I dispositivi in commercio, realizzati solitamente in carbonio, dispongono di anelli resistenti alla corrosione realizzati in modo tale da garantire lo scorrimento perfetto del filo al loro interno. Alcuni modelli presentano, infine, il vettino in fibra di vetro al fine di farvi sentire al meglio le tocche del pesce (in particolare dell’orata).
· Mulinello: acquistate un mulinello in grado di assicurarvi prestazioni ottimali anche in caso di condizioni meteo marine avverse. Il dispositivo prescelto deve, inoltre, avere una bobina di tipo long castche ospita, al suo interno, 300-400 metri di filo per garantire lanci a lunga distanza; altre caratteristiche da valutare attentamente sono la frizione e la rapidità di recupero. Ricordate, infine, di lavare accuratamente il mulinello in acqua dolce al termine di ogni battuta di pesca.
· Supporto per la canna: questo oggetto è fondamentale per mantenere la lenza in tensione sopra le onde del mare. Il mercato vi propone il tradizionale picchetto o, in alternativa, il treppiede. Il primo vanta una rapida installazione ed è l’ideale se, durante la battuta di pesca, toccate più punti; il secondo è, invece, perfetto se prediligete azioni più stanziali.
· Piombi: non potete lasciare a casa questi piccoli oggetti che vi consentono di far viaggiare l’esca in prossimità del fondo. La scelta è davvero molto ampia, ma tutto dipende dalla potenza della corrente e del vento.
I piombi a orologio sono perfetti in caso di mare calmo e fondi melmosi, mentre i piombi a stella sono indicati in presenza di fondali sabbiosi e vento (anche sostenuto). Completano l’offerta il piombo affusolato e quello a spike. Ogni tipo di piombo è, infine, disponibile con differenti grammature; per un’azione più leggera potete, invece, optare per la zavorra modulare.
La scelta delle esche per la pesca a surfcasting
Se desiderate portare a casa qualche bel pesce, la scelta delle esche è un aspetto da non sottovalutare ed è, quindi, indispensabile conoscere molto bene le abitudini delle proprie prede al fine di indurle ad abboccare.
· Vermi: sono facili da reperire, si innescano in pochi minuti e sono molto apprezzati dalle prede. Se siete alle prime armi, potete optare per l’americano, il coreano o il bibi.
L’americano, che può essere innescato intero o a metà, richiama i predatori in virtù dell’importante quantità di sangue che perde ed è perfetto per pescare ombrine, mormore, orate e branzini; il coreano è, invece, l’esca ideale per la pesca a mezz’acqua e può essere usato intero o a pezzi; il bibi è, infine, perfetto per insidiare saraghi e grosse orate.
· Crostacei o molluschi: rappresentano la scelta perfetta per pescare grandi prede; appartengono a questa categoria cozze, granchi e paguri. Sono esche molto resistenti e possono essere usate anche in caso di condizioni marine avverse (per esempio nel corso delle mareggiate).
· Sardina: è l’esca storica per la pesca con la tecnica del surfcasting, la potete innescare con modalità diverse (intera, a pezzetti) ed è perfetta nel corso della stagione autunno-inverno. Unico inconveniente? Dovete sostituirla spesso perché il suo profumo si disperde in breve tempo. Quest’esca è l’arma giusta se siete a caccia di branzini, saraghi e pesci serra.
· Totano e Calamaro: possono essere usati interi o a pezzi (in questo caso vi conviene separare la testa dal resto del corpo); non possiedono un grande potere odoroso e per questo motivo vi suggeriamo di impiegarli con acque calde e non troppo torbide. Utilizzate, se possibile, un innesco a due ami (in sequenza) al fine di insidiare meglio la preda e non perdere l’esca durante la fase di lancio.
I periodi e i luoghi migliori per la pesca con la tecnica del surfcasting
La pesca con la tecnica del surfcasting può essere praticata nel corso di tutto l’anno, ma vi consigliamo di privilegiare i mesi autunnali e invernali. Una buona conoscenza dei venti può, inoltre, giocare a vostro favore.
· Tramontana e grecale: venti freddi per natura che spianano il mare favorendo così l’azione di pesca. Venti da nord ed esche di un certo volume vi consentono, inoltre, in fase di lancio, di coprire una maggiore distanza.
· Scirocco: le prede si avvicinano alla costa quando il vento è in scaduta (questo si verifica alla fine del terzo giorno di scirocco); queste sono ottime occasioni per andare alla ricerca di spigole e saraghi.
· Levante: favorisce l’avvicinamento di mormore e ombrine (queste ultime sono richiamate da eventuali flussi di acqua dolce in mare).
L’ultimo elemento da non sottovalutare è la scelta del luogo dove organizzare la vostra battuta di pesca. Vi suggeriamo di privilegiare le foci dei fiumi (si assiste a un continuo rimescolamento tra acqua dolce e salata), arenili e scogliere piatte che richiedono, però, l’uso del treppiedi.