A dicembre 2017 c’è stato l’incontro organizzato insieme alla Sen. Rosaria Capacchione della Commissione Antimafia. È stata l’occasione per fare un bilancio dell’attività della Commissione su Latina e provincia e per lanciare un segnale molto chiaro: non si sarebbe tornati indietro . In quella occasione, alla presenza del Prefetto, del Questore e dei vertici delle forze dell’ordine abbiamo confermato che l’attenzione dello Stato su Latina continuava. Il lavoro investigativo e sul campo delle forze dell’ordine riceveva il massimo sostegno politico e godeva di una rinnovata fiducia dei cittadini .
Si ricordava come all’insediamento della Commissione Antimafia nel 2013 la situazione era ben diversa. L’azione di contrasto alla criminalità organizzata era praticamente inesistente e lo Stato a Latina aveva abdicato al suo ruolo.
C’era la necessità di rendere consapevoli i vertici nazionali delle istituzioni di ciò che avveniva a Latina ed era il presupposto indispensabile per la reazione .
Alle prime audizioni in Antimafia nell’autunno 2013 si accesero i riflettori su Latina e provincia. Il risultato fu di scegliere e di sostenere con forza persone ai vertici a Latina determinate a far valere la forza dello Stato. Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza diedero eccellente prova di capacità investigativa e di determinazione. A dicembre 2014 la missione della commissione Antimafia a Latina. Il Ministero dell’Interno ha sostenuto con uomini e mezzi straordinari l’attività delle forze dell’ordine. Ci furono delle inchieste e ci furono i risultati prodotti. Altra audizione a maggio del 2016 a Roma, stavolta con il Questore De Matteis, il quale rappresento’ in modo chiaro una realtà complessa della nostra provincia. Latina, già obiettivo della criminalità organizzata per il settore rifiuti e per la discarica , era dominata dal clan Ciarelli Di Silvio, organizzazione criminale forte , feroce e con coperture politiche . Capace di resistere all’ingresso dei Casalesi e poi di accordarsi con loro. Usura, racket e spaccio di stupefacenti tra i principali affari oltre allla penetrazione nel tessuto economico, sociale ed istituzionale. L’enorme massa di denaro per i profitti dell’attività criminale sapientemente gestita era oggetto di esportazione. Lo Stato segui’ il percorso di questo flusso di denaro ma attendiamo ancora le conclusioni su quanto consumato a Latina con tanto di scia di sangue .
Inquietante sempre in quella audizione l’emersione del ruolo di Melaragni, capo di Gabinetto del tempo del Sindaco di Latina, ex poliziotto ed ex funzionario Sisde, che era l’autore materiale di un’interrogazione parlamentare a firma Maietta intimidatoria con il Questore De Matteis sullo stadio di calcio. Dall’inchiesta Olimpia risulterà che il Melaragni aveva concordato con il deputato Maietta l’interrogazione. Il Melaragni era stato portato a Latina dell’allora Questore Intini che si muoveva per piazzare nella Latina Calcio dell’era Maietta – Cha Cha un ex Questore come dirigente.
Il 30 maggio 2017 ancora la missione dell’Antimafia nel Lazio.
Varie interrogazioni parlamentari furono presentate insieme alla collega Capacchione in supporto all’attività in Commissione . Al clan Ciarelli-Di Silvio è stata contestata da ultimo l’associazione di stampo mafioso avendone tutte le caratteristiche.
Lo Stato c’è e continua ad esserci ma il quadro politico è cambiato.
Troppe inchieste rimaste ferme, concluse e in attesa di provvedimenti . Perché ? Latina sta sparendo dai riflettori e non interessa più ? Tutto il filone del riciclaggio di denaro non è stato portato alla luce. Sul rapporto con la politica, dopo quanto emerso nei rapporti con l’ex deputato di Fratelli d’Italia Maietta, tutto si è fermato . Ci aspettiamo che il lavoro delle forze dell’ordine venga valorizzato.
Latina e provincia non sono come Palermo o Reggio Calabria o come la provincia di Caserta quanto a presenza di criminalità organizzata ma numeri e qualità delle organizzazioni criminali sono altissimi.
I segnali con cui si tenta di rialzare la testa non mancano. Il clan Ciarelli Di Silvio a Latina è una minaccia attuale. Ha influito sulle campagne elettorali passate, molto di più di quella del 2016. Però nulla emerge. Da quando, all’inizio degli anni 2000, saltava in aria con un’autobomba un Di Silvio ad oggi i rapporti con la politica dominante a Latina città sono stati costanti. I rapporti politici sono stati sempre chiari e precisi, perfino ostentati . Ci sono esponenti politici che hanno rivendicato la loro amicizia con Cha Cha . Dalla stampa si legge che due pentiti avrebbero parlato di rapporti del clan Ciarelli Di Silvio con esponenti della Lega. Si potrà finalmente far luce sui rapporti con la politica negli anni d’oro dell’ascesa del clan ? Sono almeno 15 anni da indagare ma nulla trapela: politica, edilizia, riciclaggio, voto di scambio. A Latina c’è chi vorrebbe chiudere la parentesi 2014-2017 di lotta senza quartiere alla criminalità . Troppe collusioni negli anni favolosi della gara ad essere in Tribuna d’onore allo stadio: allora “Latina era da bere” e i clan sembravano lanciati senza ostacoli. Oggi a molti farebbe comodo far dimenticare… per riprendere come prima a comandare e a fare affari criminali in Città.
Claudio Moscardelli
Segretario Provinciale PD