Ai nostri giorni, molteplici sono i contesti di condivisione e di socializzazione che la realtà offre.
In tutti si avverte, forte, la richiesta di sicurezza (a tutto tondo).
Massimo Umbertini, candidato sindaco della Città di Cave, nelle elezioni Amministrative del 26 maggio 2019, per la lista civica “Essere Cave”, nell’ intervista che segue ci consegna il suo punto di vista su questo importantissimo tema.
Umbertini, da uomo delle istituzioni e della legalità (è un appartenente alla Polizia di Stato ndr) tracci un primo paragrafo sulla sicurezza.
«Grazie per l’ opportunità concessami.
In breve ci proverò.
Ebbene, la sicurezza può essere avvertita (essendo anzitutto una sensazione) in infinite sfere emotivo – social – relazionali.
Noi, ovviamente, ci soffermiamo su quella del vivere quotidiano all’ interno delle nostre città».
L’ insicurezza in questa fattispecie è molto diffusa; secondo Lei da cosa dipende?
«Il Paese Italia, nell’ ultimo decennio, ha avuto un peggioramento dello stato sociale ed economico.
Ciò (sarebbe intellettualmente disonesto non ammetterlo) ha contribuito a far crescere il senso di insicurezza nella popolazione nazionale residente.
All’ insicurezza socio – economica si è aggiunta la questione afferente i flussi migratori che, come la benzina sul fuoco, si è posta sullo stato d’ animo e sulla percezione del senso di insicurezza che, in noi italiani, è assai aumentato».
Ci spieghi.
«Il cosiddetto italiano medio si è trovato ad affrontare due realtà: l’ indebolimento economico e sociale da un lato e, dall’ altro, la coesistenza con persone che, provenienti da Paesi lontanissimi, in molti casi hanno fallito (per mancanza di politiche adeguate, nazionali ed internazionali) l’ inserimento nel tessuto e nel contesto sociale ospitante».
E come se ne viene fuori?
«È una questione difficilissima, anzitutto socialmente; poi, solo poi, politicamente.
L’ onere è di chi governa, non di chi amministra un territorio».
Venisse eletto per la terza volta sindaco della Città di Cave (Umbertini è stato primo cittadino nel decennio 2004 – 2014, ndr) cosa farebbe?
«Come primo atto, in tale specificità tematica, mi farei promotore di un tavolo di approfondimento e di studio (con tutti i sindaci dall’ Area Prenestina) invitando chi, sul territorio, lavora incessantemente per la sicurezza, ovvero tutte le Forze dell’ Ordine.
Un confronto a più riprese per elaborare una pianificazione strategica comprensoriale».
E poi?
«Porrei in essere azioni concrete e tangibili per la Città di Cave; che, non avendo uno studio territoriale a disposizione, se le argomentassi di seguito esse apparirebbero uno spot elettorale vuoto e privo di realismo».