Oggi in commissione Ambiente si è parlato del porto di Anzio e dell’impatto che l’ampliamento dell’infrastruttura potrebbe avere sulla fascia a sud del litorale, Latina compresa. L’assessore Roberto Lessio ha illustrato ai commissari i contenuti della lettera che ha inviato, a fine marzo, alla Capo D’Anzio e a tutti gli enti interessati per far sì che si riveda l’iter per l’infrastruttura. Il rischio per il litorale pontino è infatti allo stato attuale quello di vedere un progressivo aumento dell’erosione già in atto. Il tentativo riguarda la salvaguardia della costa pontina. Le argomentazioni dell’assessore sono state accolte con favore dai commissari di Latina Bene Comune e di parte della minoranza: tutti si sono detti preoccupati e hanno ringraziato l’assessore per averli aggiornati sulla situazione.
“È nostra intenzione come maggioranza tentare ogni carta per tutelare il nostro mare. Per questo motivo – spiega il capogruppo di Latina Bene Comune e presidente della commissione Ambiente Dario Bellini – Come maggioranza di Lbc presenteremo una mozione che dia mandato al sindaco ed alla giunta di attuare tutto ciò in loro potere per sospendere l’iter del bando, rivedere il progetto nella sua totalità, coinvolgendo realmente l’area vasta con i comuni di Nettuno, Latina e Sabaudia per la tutela del paesaggio marino e dell’economia che ad esso è correlata. E faremo di più: proporremo ai colleghi consiglieri di Sabaudia e Nettuno di adottare una mozione simile a quella che sarà presentata a Latina”.
Il progetto di ampliamento, come ha spiegato l’assessore, è infatti basato su una Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) rilasciata nel 2003 dal Ministero dell’Ambiente (sedici anni fa) in un contesto normativo nel frattempo profondamente cambiato, soprattutto in riferimento ai soggetti da coinvolgere nel processo di valutazione. Ed infatti ad oggi risultano ancora tra gli esclusi da tale i Comuni limitrofi, in particolare quelli di Nettuno, Latina e Sabaudia, fortemente interessati dalla realizzazione dell’opera. Tale omissione di valutazione oggi deve essere riconsiderata alla luce dei danni causati da precedenti interventi realizzati con opere rigide a mare, nonché degli effetti negativi sulle aree immediatamente o sud, sui litorali di Nettuno e di Torre Astura, e sui litorali di Latina e Sabaudia.
Le recenti indicazioni fornite dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA — sottoposto al controllo del Ministero dell’Ambiente) – è stato ancora spiegato in commissione – raccomandano di escludere ulteriori interventi con opere rigide a mare.