Ostia – Alla presenza della Presidente del Municipio X Giuliana Di Pillo, di rappresentanti della Giunta e del Consiglio, delle Forze dell’Ordine e di tanti cittadini, sono state ricordate le vittime del territorio trucidate alle Fosse Ardeatine il 24 marzo del 1944.
Il primo omaggio, alla targa situata sotto il portico di Palazzo del Governatorato, sede del Municipio X, targa dedicata al Tenente dei Carabinieri Romeo Rodriguez Pereira, Medaglia d’Oro al Valore Militare. Qui è stata apposta una corona d’alloro, presenti due Carabinieri e due vigili, tutti in alta uniforme e la Presidente Di Pillo, con un suo breve intervento ha ricordato le 335 vittime dell’Eccidio e “pensando a quelle del territorio vogliamo ribadire il concetto di pace e non violenza, di rispetto della vita altrui, senza barriere politiche o di etnia. Un messaggio – ha proseguito Di Pillo – che deve giungere forte e chiaro ai giovani e allo stesso tempo a quanti ricordano perché contemporanei di quegli anni”.
Particolarmente toccante la lettura da parte del Tenente Libertini dell’ANPI (in rappresentanza delle Associazioni Reduci e combattenti) delle biografie. Altrettanto particolare il momento dell’Inno di Mameli e degli altri inni, eseguiti dalla Banda della Polizia Locale di Roma Capitale, che hanno accompagnato le cerimonie.
Il secondo omaggio, in piazza Capelvenere a Lido Duranti Medaglia d’Argento al Valore Militare nel 1974.
Al termine, il ringraziamento della Presidente a tutte le Forze dell’Ordine che “hanno collaborato all’organizzazione delle iniziative e che ogni giorno sono al nostro fianco per la nostra sicurezza”.
BIOGRAFIE DELLE VITTIME
ROMEO RODRIGUEZ PEREIRA – Ex-allievo della Scuola Militare Nunziatella di Napoli, nel 1938 entrò all’Accademia militare di fanteria e cavalleria di Modena, dalla quale uscì nel 1940 con il grado di sottotenente dei carabinieri.
Nel 1941 fu nominato comandante e nel 1942 assunse il comando della Tenenza di Roma-Ostia e poi a quella di Roma-Appia. L’8 settembre del 1943 si oppose all’ingresso dei tedeschi nella capitale, catturando alcuni prigionieri. Il 7 ottobre fu arrestato dai tedeschi e per essere deportato in Germania ma durante il viaggio, a Pordenone, riuscì a fuggire. Rientrato a Roma, con un gruppo di carabinieri si avvicinò ad una formazione partigiana. Il 10 dicembre fu catturato dai tedeschi, durante una riunione clandestina e portato nel carcere di via Tasso e poi a Regina Coeli e più volte torturato.
LIDO DURANTI – Nato a Orentano, in provincia di Pisa, emigrato a Roma con la famiglia, Lido Duranti presta servizio militare in Libia. Nella Capitale, con un congedo provvisorio, trova un’occupazione alla Pirelli. Negli stessi giorni in cui gli Alleati bombardano Montecassino, a metà febbraio ’44, Lido viene tradito da una donna che, all’uscita della fabbrica, lo consegna alle SS. Duranti, che aveva aderito a formazioni partigiane clandestine, ha in tasca una lista di 40 compagni che riesce a mangiare prima di essere tratto in arresto. La sua detenzione durerà poco più di un mese: prima a Regina Coeli e poi nella terribile struttura di torture di via Tasso, dove fino all’ultimo si rifiuta di collaborare, nonostante le pesanti torture. L’ultima volta che il padre lo vede, gli erano stati strappati denti e unghie ed era una maschera di sangue. Lido si rifiuta di parlare nonostante lo stesso padre lo implori, scrivendo la sua condanna a morte, che si consuma nella rappresaglia delle Fosse Ardeatine.