.La disputa continua
Da nord a sud gli insegnanti sono sempre più vittime di aggressioni fisiche e verbali da parte di genitori e alunni, una sorta di “mobbing” contro la categoria la quale spesso assume un atteggiamento di difesa squalificando le ansie delle mamme e papà e mettendosi in difesa. Una pressione psicologica che viene gestita da parte di entrambe le parti con rabbia e violenza: i docenti non ricevono più da soli i genitori e scelgono testimoni stilando verbali per tutelarsi.
Ma da che parte sta la ragione? Ci ricordiamo che in mezzo a questo caos ci sono i ragazzi i quali assorbono i nostri esempi comportamentali?
La testimonianza
Buongiorno dottoressa, la mia forse è una storia un po’ diversa dalle altre.
Mia figlia è stata fino al primo anno di scuola una bambina solare, sorridente, gentile e educata a detta anche delle persone che la conoscevano. Ha iniziato la prima elementare e poco dopo abbiamo cominciato a vedere alcuni cambiamenti nel suo comportamento, lo abbiamo addebitato alla crescita.
Nel frattempo ogni tanto qualche mamma veniva fuori con qualche episodio strano della maestra verso il proprio figlio, ma io sinceramente non credevo e facevo finta di niente.
Così è passato anche il secondo anno, ogni anno tra l’altro la seconda insegnante cambiava sempre perché nessuno voleva lavorare con l’altra maestra; in terza ennesima maestra nuova che dopo qualche mese contatta proprio me e mi confida quello che i bambini in classe raccontano: episodi di violenza sia fisica che verbale.
Lì comincio a muovermi e tra l’altro noto un comportamento strano nella bambina, un giorno la stavo sgridando a quel punto lei si tappa le orecchie e dice: mamma faccio tutto quello che vuoi ma non gridare!
Abbiamo tentato di tutto contro quella maestra ma lei è ancora lì. In quarta io e altre 6 famiglie abbiamo spostato i bambini in altre scuole, il primo anno è andato bene ma ora è stata presa di mira da bulletti della classe.
D: Buongiorno Giovanna, innanzitutto la ringrazio per la testimonianza. I fatti che mi racconta sono entrambi avvenuti nella stessa città?
R: Sì.
D: Ne ha parlato con la preside?
R: Noi abbiamo più volte parlato con le maestre e l’altro giorno ho avuto un incontro con la preside che non mi ha fatto aprire bocca, anzi! Mi ha detto che per lei non è bullismo e se voglio cambiare scuola di andare pure.
D: Che succede esattamente?
R: Episodi in particolare sono spintoni sulle scale, pugni nei fianchi, calci ecc. Secondo lei queste sono ragazzate come mi ha detto la preside?
Mia figlia ormai è nella confusione totale, perché prima le dico difenditi, poi le dico no sennò passi dalla parte del torto.
D: Come mai non avete fatto denuncia alla maestra? Eravate in tanti…
R: Abbiamo fatto 6 denunce ma non avendo messo un avvocato sono a oggi finite nel vuoto.
D: Invece per quanto riguarda la situazione attuale, per la preside gli spintoni cosa sono? Giochi tra ragazzi?
R: Sì, tra l’altro ripeto non mi ha fatto aprire bocca: è stato un filo unico; lei senza pause e la vice scriveva. Volevo chiedere la copia di questo verbale.
D: Addirittura il verbale?
R: Sì c’era la vice preside per scrivere questo verbale. Ma sinceramente non sono riuscita a dire niente.
D: Le altre mamme non hanno avuto problemi simili?
R: Siamo tutti in scuole diverse e non ci sentiamo praticamente più. Forse una ha avuto qualche problema iniziale.
D: Quali sono stati i segnali che ha notato in sua figlia? E ora come sta?
R: L’anno scorso è rinata ha visto la normalità, ha trovato una delle due maestre che si è affezionata molto a lei sapendo di quello che aveva subito ma quest’anno è in maternità e l’altra probabilmente non vuole scocciature.
La bambina è giù di morale, dice di se stessa: mamma io sono troppo sensibile. Perché un giorno continuava a piangere dopo la scuola per un ennesimo episodio e dice: perché capitano a me queste cose?
E non ha nemmeno la soddisfazione di vedere una qualsiasi punizione verso chi si comporta male con lei. Quindi arriva a pensare che forse bisogna subire come magari fanno anche altre bambine, per loro è normalità questa. Ma io non voglio che mi figlia si abitui a queste cose.
D: Ha ragione… Quanti anni ha la piccola?
R: 10
D: Cosa vuole che scriva? Quale messaggio vuole mandare?
R: Il messaggio? Di non mollare, andare avanti e far venire alla luce tutte queste situazioni, perché le punizioni non date al momento giusto fanno diventare questi ragazzini dei bulli.
Io che faccio? aspetto che mia figlia si faccia male? Boh, non lo so, intanto chiedo copia del verbale e rispondo in qualche modo.
D: La ringrazio Giovanna.
R: Ah, gli stessi ragazzini sono soliti a questi comportamenti anche verso altre bambine della classe, ma nessuno fa niente; forse ci sono rapporti di amicizia o altro tra genitori. Solo una mamma a parte me parla, perché anche sua figlia è presa di mira: anche purtroppo per un difetto fisico.
Se volete raccontarmi le vostre storie per sciogliere insieme qualche nodo disfunzionale, scrivete all’indirizzo: psicologia@ilcorrieredellacitta.it
Vi aspetto.
Dott.ssa Sabrina Rodogno