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L’amore non basta: e se accade alla moglie del presidente…

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Dalla passione ai problemi di coppia

Spesso cadiamo nell’errore di credere che basti un uomo gentile, che ci sorrida tenendoci per mano, una foto di un bacio appassionato e i racconti dei viaggi in giro per il mondo a rendere una relazione di coppia perfetta, ma questi sono solo aspetti di superficie: per comprendere il vissuto di una coppia occorre andare in profondità.

«La verità è che per stare bene bisogna lavorarci»: Michelle Obama con queste parole ha pubblicamente ammesso di aver avuto serie difficoltà di coppia anche se dall’esterno può sembrare una donna fortunata, innamorata e ricambiata; la first lady confessa che se lei e Barack sono felici è merito della terapia.

«Dentro le mura domestiche è tutt’altro» afferma l’ex prima donna. Sacrificare la propria individualità per soddisfare il bene della famiglia, perdere spazi, obiettivi e necessità personali: gli Obama hanno capito che il lavoro sulla coppia non si esaurisce mai, e, se serve, bisogna chiedere aiuto.

Cos’è una coppia

L’input che ci spinge a stare in coppia non è mai uno solo ed è strettamente legato alle esigenze del momento che stiamo vivendo. In base a questo scegliamo il partner e portiamo con noi il bagaglio di passato e di nuove aspettative: attrazione sessuale, interesse mentale, necessità di avere una famiglia, sentimento verso l’altro, emozioni e sensazioni di benessere, senso di familiarità, rottura dei vecchi schemi, ecc. Insomma: Cupido non è cieco come sembra.

La coppia è la somma di due mondi che insieme creano un nuovo nucleo, all’inizio alimentato dalla curiosità di scoprirsi, per poi diventare nel tempo una struttura solida o un castello di sabbia.

A fare la differenza è anche il nostro impegno per «imparare a esprimere le differenze subito, evitando conflitti nel tempo che logorano il rapporto» sostiene Michelle nelle pagine del suo racconto.

L’amore cambia nel tempo

La nostra idea dell’amore romantico e della coppia cambia in relazione all’età e alle esperienze che abbiamo – o non abbiamo – vissuto, è un adeguamento fisiologico ai bisogni del momento: a vent’anni viviamo rapporti contrastanti fatti di litigi passionali, a quaranta ricerchiamo la serenità del dialogo e della condivisione.

Ma l’amore cambia anche durante il percorso della relazione stessa, il rapporto si evolve e inevitabilmente si modifica.

Il problema nasce quando non accettiamo che le cose possano essere diverse dall’inizio della storia: assumendo un atteggiamento oppositivo restiamo fermi romanticamente nelle fantasie del passato e non ci godiamo la crescita di una relazione matura fatta di concretezza.

Ma possiamo sempre avere il cuore a mille? Avere voglia di uscire e cercare posti improbabili per fare l’amore? Stare sempre insieme? Frequentare gli stessi amici? Condividere ogni nostra azione o pensiero?

Anche la signora Obama ha ripreso le redini della sua quotidianità, iscrivendosi in palestra e mettendo in atto progetti lavorativi suoi in virtù di una individualità persa: «ho capito che la mia felicità dipendeva da me».

I campanelli di allarme della crisi

La coppia può entrare in crisi per svariati motivi, spesso alla base ritroviamo uno o più situazioni del genere.

– Insofferenza: la presenza e i modi di fare ci danno fastidio;

– noia: sbuffare quando si fanno cose insieme;

– contatto: evitare abbracci, coccole e rapporti sessuali;

– tempo: usato come scusa per non affrontare i problemi;

Gestire la crisi

Esistono modi e tempi per prendere le redini in mano della propria storia d’amore.

– Qui ed ora: affrontare subito, toccare il problema sul nascere «risolvere giorno per giorno»;

-responsabilità: dire «ho sbagliato» è un grosso atto di maturità ed evita il «tu hai detto, tu hai fatto»;

-tempo: creare uno spazio da condividere, andare al cinema o a cena fuori;

– sesso: per riaccendere la fiamma della passione un abbraccio caldo potrebbe essere un buon inizio;

– riprendere il filo: ritrovare vecchie foto, ricordare momenti belli vissuti insieme;

– dialogo reale: la comunicazione è anche corpo, discutere per telefono o ancora peggio per chat altera la trasmissione dei messaggi e crea freddezza nelle parole.

 

Se volete raccontarmi le vostre storie per sciogliere insieme qualche nodo disfunzionale, scrivete all’indirizzo: psicologia@ilcorrieredellacitta.it

Vi aspetto.

Dott.ssa Sabrina Rodogno

 

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