Quando ha capito di essere stata presa in giro e truffata, si è rivolta alla Polizia di Stato per sporgere denuncia.
Convinta dalle amiche e dalla voglia di allacciare nuove amicizie, si era iscritta ad una nota chat destinata proprio a favorire l’incontro tra single: è cosi che in breve, una professionista romana aveva stretto una conoscenza con un uomo di 37 anni.
Dopo alcuni giorni di conversazione on-line, la donna aveva accettato l’invito a cena dell’uomo che, contrariamente a quanto annotato nella sua fedina penale, si era presentato come il rampollo di una notissima dinastia di industriali meneghina, attualmente nella capitale per sbrigare ingenti affari economici.
Nel corso della serata, dopo aver ammaliato la sua accompagnatrice con modi garbati ed aristocratici ed aver iniziato un rispettoso corteggiamento, fingendo di aver lasciato portafogli e chiavi in casa, l’uomo si è fatto prestare diverse centinaia di euro con le quali ha pagato la costosa cena, appena consumata, ed un fabbro che potesse aprire la porta della sua abitazione.
Da perfetto galantuomo, prima di congedare la donna, tramite il cellulare, ha eseguito un bonifico in suo favore, per una importo pari al contante ricevuto e al disturbo arrecato dal contrattempo.
Solo quando la banca le ha comunicato che nessun bonifico era mai pervenuto sul suo conto corrente, la professionista ha capito di essersi imbattuta in un imbroglione, che nel frattempo aveva cancellato la sua adesione al sito ed aveva pure disattivato l’utenza cellulare.
Superata la vergogna, ha trovato il coraggio di presentare querela negli uffici del Commissariato di Vescovio.
Gli agenti, ricordandosi di essersi già imbattuti in un noto pregiudicato lombardo che usava lo stesso modus operandi, hanno impiegato pochi minuti ad identificare il “galantuomo” che ha, a suo carico, decine di analoghe denunce in tutto il territorio nazionale: rintracciato in breve tempo in un bed & breakfast del centro, i poliziotti gli hanno notificato l’ennesima denuncia in stato di libertà.