Che una buona parte dei problemi economici del Comune di Pomezia fossero imputabili all’A.Ser. è cosa non solo risaputa, ma anche detta anche troppe volte. Ma l’arresto effettuato dalla Guardia di Finanza questa mattina nei confronti di Giuseppe Saggese, 52enne di Rapallo ed A.D. di Tributi Italia, su ordinanza del tribunale di Chiavari per peculato, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, omesso versamento di ritenute certificate e omesso versamento Iva rimette sicuramente la questione in primo piano. Secondo quanto appurato dagli inquirenti Saggese, coinvolto nel processo della tangentopoli pometina del 2001, avrebbe operato fino al 2010 riscuotendo tasse per più di cento milioni in circa 400 Comuni italiani, che non ricevevano quanto versato dai cittadini. Solo per Pomezia il danno accertato supera i 50 milioni di euro. Secondo i magistrati di Chiavari, Saggese avrebbe sottratto 20 milioni alla società, trattenendoli per sé. Tributi Italia, registrata come SPA, era in realtà una società fantasma, poi dichiarata fallita quando la vicenda dei mancati trasferimenti ai Comuni è venuta fuori grazie alle varie denunce e ricorsi al TAR presentati dalle Amministrazioni Locali. Oltre a non versare i soldi delle tasse comunali ai legittimi titolari, la Tributi Italia ha licenziato gran parte dei suoi mille dipendenti, mettendone altri in cassa integrazione. La Finanza ha accertato prelievi bancari a nome di Saggese per oltre 10mila euro in contanti al giorno. Poi yacht, aerei privati, soggiorni in località lussuose e feste mondane. In tutto la società ha sottratto 100 milioni ai Comuni, portandone molti sull’orlo del dissesto finanziario. Oltre a Saggese, sono state emesse ordinanze che prevedono l’obbligo di dimora per altri tre amministratori di società collegate con Tributi Italia. Si tratta di Vito Paolo Marti, Pasquale Froio e Patrizia Saggese, sorella di Giuseppe. Altre quattro persone sono state denunciate a piede libero. La Procura ha anche disposto al momento il sequestro di beni e denaro per 9 milioni e diverse perquisizioni a Rapallo, Recco, Cogorno in provincia di Genova, Genova, Roma e Borgonovo del Tidone Piacenza nei confronti di altri soggetti indagati.
Tutto questo un giorno prima della decisione che domani dovrà prendere il Governo centrale sui finanziamenti ai Comuni colpiti dalla vicenda Tributi Italia. La richiesta, presentata dall’Anci su iniziativa proprio del sindaco di Pomezia Enrico De Fusco, è finalmente stata valutata dallo Stato. “Ci saremmo aspettati che il problema potesse essere compreso dal Governo politico che ha preceduto Monti – ha commentato De Fusco – invece abbiamo dovuto attendere il Governo tecnico attuale. Ma l’importante è che venga compresa l’oggettiva difficoltà dei Comuni che sono stati truffati dall’A.Ser – Tributi Italia. Se la proposta passa, lo Stato ci darà dei finanziamenti che verranno restituiti con rate agevolate: si tratterebbe di una boccata di ossigeno assolutamente necessaria per poter far risollevare l’Ente dalla crisi economica che l’attanaglia da quando la vicenda A.Ser. è iniziata”.