La Guardia di Finanza di Roma ha confiscato beni per un valore complessivo di oltre 2 milioni di euro a un noto usuraio. I militari del Comando Provinciale di Roma hanno così eseguito la sentenza della Corte d’Appello contro il 71enne Gavino Marongiu, anche noto come il Bassetto.
Minacce e violenze
L’imprenditore romano era stato condannato in primo grado per estorsione e usura. In appello la sentenza è stata confermata, ed è stata disposta la confisca dei beni già sottoposti a sequestro preventivo. Il loro valore era infatti sproporzionato rispetto al reddito lecito: si parla di denaro contante, conti correnti, titoli, polizze assicurative, circa 100 tra orologi, diamanti e preziosi, una Ferrari modello Scaglietti e due Harley Davidson. Le attività investigative, svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma e coordinate dalla locale Procura della Repubblica, sono state condotte attraverso indagini finanziarie e patrimoniali, perquisizioni, sequestri di documentazione, intercettazioni telefoniche, appostamenti e pedinamenti. Dalle investigazioni sono emerse le prove dell’attività usuraria espletata dal Bassetto, anche mediante atti estorsivi e lesioni personali ai danni delle vittime. L’assoggettamento psicologico di queste ultime è testimoniato in modo lampante dall’episodio che ha visto protagonista un uomo il quale, per sottrarsi alla “brutalità e aggressività”, era fuggito all’estero dopo essere stato violentemente picchiato e costretto, per qualche giorno, a nascondersi. Il condannato, dedito – si legge nel provvedimento – “all’affarismo illecito più sfrenato”, aveva minacciato un’altra vittima di “bucarle” un occhio e di tagliarle la testa, mostrandogli un seghetto, se non avesse restituito la somma prestata (circa 150.000 euro) e gli esosi interessi (con tassi anche del 255% all’anno).