Cristian Canò, il ragazzo che per difendere la madre uccise il padre nel 2012 per opporsi alle sue continue violenze, potrà scontare il resto della pena fuori dal carcere e avere così una vita normale lavorando e studiando. Inizialmente, lo ricordiamo, l’allora 18enne venne detenuto ai domiciliari per poi essere tradotto in carcere due anni fa, nel giugno 2016.
Cristian in questi anni è stato un esempio del percorso riabilitativo che dovrebbero porre in essere le istituzioni: non ha mai interrotto gli studi – sia quando si trovava ai domiciliari sia durante la sua permanenza nel carcere di Rebibbia – seguito pedissequamente dai suoi insegnanti, i quali non esitano a definirlo “un modello”, si è diplomato e poi si è iscritto all’università.