Lavoravano nudi nelle solfatare siciliane e morivano come mosche. Lavoravano a Casale nella fabbrica di eternit e il mesioteloma li sterminava come i loro familiari e concittadini. Lavoravano nell’acciaieria Krups di Torino e morivano bruciati. Lavorano all’ILVA di Taranto e ne muiono a bizzeffe di tumore. Solo nel Lazio nei primi 7 mesi del 2012 ci sono stati 16 morti bianche: si lavora per vivere o per morire?
Valentino Valentini