Franco Gabriele, apriliano doc, che vive nel tessuto da sempre e senza mai perdere di vista i pilastri che rendono forte la città, torna a candidarsi, dopo il suo mandato di vicesindaco.
Questa volta, però, vede nel candidato sindaco Giorgio Giusfredi l’unica possibile persona valida per la sua Aprilia Futura.
Si concede ad una intervista durante la serata di chiusura della campagna elettorale, presso il Parco Maranesi, e ci spiega
- Franco Gabriele come arriviamo a questa serata con quale spirito e quali sensazioni? “Ci arriviamo dopo una strana, insolita campagna elettorale, con toni, oltretutto, bassi, rispetto ad altre, ma con un entusiasmo nuovo per un nuovo inizio. Ho conosciuto intanto un professore ed ex preside che mi ha dato la spinta e la motivazione per non lasciare la politica. Poi ho incontrato, finalmente e non con le parole, tanti giovani: in troppi proclamano i ragazzi e con Giusfredi li ho trovati veramente. Ne ho anche nella mia lista, rinnovata per l’80%, che spazia dai appena maggiorenni ai pensionati: tutta gente interessante, importante, che hanno al centro i valori della moralità, della legalità e della trasparenza. Questi valori li abbiamo visti in altre epoche, per poi sbiadire negli ultimi anni. La mia lista è praticamente un coacervo sociale che rappresenta tutto lo spaccato della nostra società, molto legata a Giusfredi che rappresenta un modo nuovo e conosciuto, che in passato ci ha portato a fare scelte importanti e con lui, in alcuni momenti, rivedo certe figure.”.
- Perché dovremmo votare Franco Gabriele il 10 giugno? “Penso di rappresentare una buona continuità anche perchè sono una persona coerente, mi assumo sempre le responsabilità delle scelte che faccio, pongo il mio veto quando le cose non mi quadrano.”
- In poche parole come esprimerebbe la sua candidatura? “Condivido lo slogan di Giusfredi che è “Realizziamo il futuro” ma ne ho uno anche mio “iniziamo con il fare”: di teoria e idee ne abbiamo tante, se le mettiamo in campo forse riusciamo a realizzare una miglior qualità della vita. Sebbene la storia di Aprilia sia recentissima, come dice giustamente Giusfredi, dobbiamo lavorare per riconoscerci in Aprilia, solo così si crea lo spirito di appartenenza. Aprilia non ha le mura come i comuni medievali, per fortuna, perché oggi siamo globalizzati e l’integrazione forse è uno degli elementi su cui riconoscerci. Vorrei che chi viene qui, si riconosca in Aprilia e io mi devo assumere questa responsabilità con me stesso e verso gli altri, perché troppo giovane e, quindi, fragile e debole.”
Marina Cozzo