Un bonus a chi ospita i rom sgomberati dal Camping River di via Tiberina. Questa è la decisione della Giunta Capitolina, che sta già facendo discutere i cittadini e la politica locale.
Contributo per chi ospita rom sgomberati
La misura è contenuta nella delibera della Giunta Capitolina n.70, emanata il 17 aprile 2018 (il testo è pubblicato sul sito di Roma Capitale). Nell’atto, firmato dalla Sindaca Virginia Raggi, si leggono diverse disposizioni volte ad affrontare il problema della chiusura del Camping River. Il campo nomadi è infatti prossimo a essere sgomberato, e la giunta è da tempo alla ricerca di soluzioni per rendere effettiva la chiusura ed evitare un nuovo insediamento illegale. Tra le soluzioni, sono state individuate delle misure di sostegno all’inclusione abitativa. Ad esempio, un contributo sarà conferito ai proprietari delle abitazioni che concluderanno un contratto di locazione con un cittadino sgomberato dal campo rom. La misura che fa discutere è quella che invece non prevede neanche un regolare contratto per accedere al contributo. Secondo l’art.4 della delibera, basterà un progetto sottoscritto con i Servizi sociali per ospitare persone singole o piccoli nuclei, in condizioni di particolare fragilità e disagio, per ricevere parte del contributo previsto. A concludere questi progetti di ospitalità temporanea possono essere anche Servizi sociali diversi da quello di Roma, che è invece l’unico autorizzato a riconoscere le “condizioni di particolare fragilità e disagio” richieste dall’atto – in sostanza, età avanzata e malattie invalidanti.
Lega: “pensi alle famiglie romane”
La decisione della Giunta Raggi sta facendo il giro del web, scatenando commenti tra lo scetticismo e lo stupore. A commentare la notizia sono anche politici locali, come la Consigliera regionale Laura Corrotti (Lega). “Mi immagino la fila dei romani per chiedere il bonus promesso dal Campidoglio”, commenta la Consigliera. “Dopo le pecore, le capre e le mucche, ecco un’altra brillante idea della Giunta capitolina. Il problema dei rom è serio e di difficile situazione: non si può risolvere sempre e comunque chiedendo aiuto ai cittadini romani e laziali. Sarebbe il caso che prima dei rom la giunta pensasse alla tante famiglie romane in difficoltà, che aspettano da anni l’assegnazione di una casa”. La rappresentante dell’opposizione sottolinea che già la proposta di contributi a chi concludesse regolari contratti di locazione si è rivelata un flop. Difficile pensare, in effetti, che ci siano cittadini disposti a ospitare persone rom in casa, per un periodo definito “temporaneo” ma senza precisi limiti. Il Campidoglio ha forse pensato che limitare l’accoglienza di questo tipo a persone anziane, con gravi patologie o con difficoltà motorie avrebbe reso l’ospitalità più facile. La Giunta si deve però scontrare con un pregiudizio diffuso, alimentato dalle frequenti notizie di cronaca nera che vedono al centro proprio il Camping River. Vedremo se scatterà la corsa alla solidarietà, o se anche questa soluzione dovrà essere accantonata in favore di misure strutturali più ampie e risolutive. Misure che Roma, sulla questione dei campi rom, aspetta da tempo.