Anche Antonio Aquino, candidato a Sindaco del Comune di Pomezia, ha risposto alla richiesta di trasparenza lanciata dal comitato “No Biogas” attraverso le nostre pagine.
Il comitato aveva posto 3 domande nel tentare di fare luce sulle spese fatte in merito all’opposizione al vincolo posto dal Ministeri dei Beni Culturali e Ambientali.
Ecco le risposte del candidato Aquino:
Che senso ha conferire mandato ad un avvocato in data 22/11/17 e trovare la prima traccia sull’albo pretorio a maggio inoltrato, senza passaggio in consiglio comunale o giunta?
“Il Comune di Pomezia – Servizio Legale su richiesta del Dirigente V – LLPP Urbanistica, conferiva allo stesso avvocato i seguenti incarichi a mezzo delle Determine che si vanno ad elencare:
1) Det 1129, del 11/08/2017, conferimento incarico per la rappresentanza dell’Ente all’Avv. – Attività stragiudiziale di Assistenza legale nell’ambito della proposta di dichiarazione di notevole interesse pubblico denominata “Ambito delle tenute storiche di torre maggiore, valle Caia e altre della Campagna Romana”; 2) Det. 449, del 18/04/2018, conferimento incarico per la rappresentanza dell’Ente all’Avv. – per la proposizione di un ricorso gerarchico avverso il decreto assunto dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo “Ambito delle tenute storiche di torre maggiore, valle Caia e altre della Campagna Romana”; 3) Det. 450, del 18/04/018, Det. 499, del 20/04/2018; Det. 500, del 20/04/2018; Det. 503, de 20/04/2018; Tutte aventi ad oggetto il conferimento incarico per la rappresentanza dell’Ente all’Avv.- nel giudizio promosso da quattro soggetti privati innanzi al TAR Lazio per l’Annullamento del Decreto MIBACT, del 27/10/2017. La domanda è legittima, ma evidentemente vi sono stati tempi dettati dalla burocrazia che hanno dato luogo allo spazio temporale tra il pervenire del ricorso e la determina di incarico. Quello che a mio avviso occorrerebbe verificare, trattandosi di procedimenti aventi il medesimo oggetto ed in parte i medesimi soggetti, è l’eventuale riunione dei procedimenti incardinati dai privati, poiché, ciò andrebbe ad incidere in maniera significativa sul compenso pattuito in favore del difensore dell’amministrazione.
Per quali motivi il comune di Pomezia spende tutti questi soldi dei cittadini per costituirsi accanto a dei privati?
“La risposta è insita nelle memorie difensive prodotte dall’amministrazione. In una di queste viene indicato dal difensore del Comune: “con la presente memoria si costituisce nel presente giudizio il Comune di Pomezia, in persona del sindaco pro tempore, …, come in epigrafe rappresentato difeso e domiciliato, al fine di richiedere l’accoglimento del ricorso (proposto dal privato), per le seguenti ragioni”. Il Comune sembra essersi costituito in giudizio in adiuvandum alla richiesta avanzata dal privato, ma nello stesso tempo viene chiesto l’annullamento anche parziale del Decreto con una riduzione del perimetro dell’area riconosciuta come di notevole interesse.
Potevano essere questi soldi utilzzati meglio, c’erano altre priorità?
“La riposta richiede una premessa riguardante la scelta politica, da parte dell’amministrazione, di ritenere utile o meno il Decreto di “dichiarazione di notevole interesse pubblico dell’area Tenute storiche di Torre Maggiore, Valle Caia e altre della Campagna Romana”. Evidentemente, l’amministarzione Comunale, in contrasto con la volontà di migliaia di cittadini, ritiene che tale decreto non sia attinenente ad un interesse pubblico da tutelare, privilegiando, invece, la piena realizzabilità degli interventi di potenziamento del terminale intermodale, l’accessibilità stradale, dalla SP Via di Cancelliera al comparto industriale “I” ed al terminal intermodale, l’insediamento di attività produttive e logistiche. In tal modo, si è dato privilegio allo sviluppo delle attività produttive della zona anzichè al territorio visto nella più ampia accezione di bene culturale da tutelare, salvaguardare e promuovere, nonché fruire. Ma si sà, nelle menti meno aperte alla “cultura”, un terreno senza edificazioni viene visto come un terreno “vuoto” da riempire e colmare di cemento, in virtù di un fantomatico sviluppo. I nostri beni culturali, compreso il territorio della Campagna Romana, oggetto del Decreto del MIBACT, devono essere, senza indugio, preservati e salvaguardati, con ogni mezzo, quindi i soldi delle cause potevano essere spesi per queste finalità”.