“La strada giusta non è quella dei tagli lineari – ha detto il Presidente Anci e Sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio – Noi diciamo no alla scure indiscriminata del Governo che si abbatte sulla pelle dei nostri cittadini senza colpire veramente gli sprechi. Non si può spegnere l’incendio che divampa nel Paese spostandolo dal Centro nelle periferie dei nostri Comuni. Dobbiamo ripartire dal lavoro fatto, dal federalismo e dall’autonomia degli Enti Locali, con un’analisi seria della spesa che porti a risparmi strutturali, ce lo chiedono i mercati e ce lo chiede l’Europa. La soluzione non è certo la spending review che si aggiunge ai provvedimenti precedenti che già tanto hanno tolto ai Comuni ponendoli in forti difficoltà economiche, che si traducono inevitabilmente in difficoltà nella fornitura di servizi primari ed essenziali alla cittadinanza. Per l’IMU ci siamo battuti nei mesi scorsi e abbiamo conquistato il ritorno del tributo interamente nelle casse comunali dal 2013. La nostra prossima battaglia sarà sul patto di stabilità che impone criteri impossibili da rispettare: via gli investimenti dal patto di stabilità, sarà questa l’unica condizione affinché i Sindaci rimangano dentro un rapporto di ascolto ed alleanza con gli altri interlocutori, necessario oggi più che mai per superare la crisi. E’ ora di convocare una conferenza di programmazione economica e finanziaria che coinvolga i Comuni come soggetti della Repubblica, al pari delle Province, delle Regioni e dello Stato”.
“I tagli che caleranno sui Comuni – ha spiegato il Sindaco di Pomezia Enrico De Fusco – non faranno che accentuare le difficoltà che gli Enti Locali affrontano quotidianamente per garantire i servizi primari ed essenziali alla cittadinanza. Basti pensare che l’IMU pagata dai cittadini di Pomezia si è tradotta in 9,5 milioni di euro nelle casse del Comune e ben 8 milioni nelle casse dello Stato, a cui vanno aggiunti 7 milioni di mancati trasferimenti statali. Parliamo di 15 milioni di euro in meno in bilancio per il nostro Comune, e quindi per i nostri cittadini. La richiesta che poniamo come Anci è il riconoscimento dell’autonomia dei Sindaci nella gestione delle casse comunali e delle entrate tributarie. Comunque una battaglia è stata vinta – ha concluso De Fusco – l’Associazione dei Comuni è stata contraria fin da subito alla scelta di dismettere le società partecipate e la Consulta ci ha dato ragione dichiarando l’illegittimità costituzionale dell’articolo 4 della finanziaria bis del 2011 sulla privatizzazione dei servizi pubblici da parte degli Enti locali. Ciò significa che rimane intatto il principio del pubblico quando si parla di servizi fondamentali per la cittadinanza”.