Arriva una soluzione (ma solo temporanea) per i due fratelli cinquantenni di Pomezia che da due giorni sono tornati a vivere nella loro automobile dopo aver perso la propria abitazione lo scorso settembre.
Ieri l’ennesimo appello lanciato alle istituzioni locali attraverso una protesta pacifica: i due fratelli hanno infatti deciso di trascorrere la notte sì in auto ma sotto gli uffici comunali di Piazza Indipendenza.
A tale iniziativa ha fatto seguito un incontro con gli assistenti sociali: il Comune di Pomezia, a seguito di tale colloquio, ha fatto sapere di essere riuscito ad individuare una disponibilità all’interno di un residence situato a Tor San Lorenzo ma purtroppo solo per una settimana.
Dopodiché i due fratelli, come del resto già comunicato nei mesi scorsi, dovranno recarsi ad Ostia se vorranno avere un tetto sotto il quale dormire.
Tale soluzione, lo ricordiamo, era stata però già rifiutata dai due pometini a causa della distanza – che metterebbe a rischio il servizio civico che svolgono proprio per il Comune di Pomezia – e del fattore economico (come si fa infatti a raggiungere Ostia se non si hanno i soldi per mettere benzina o comprare il biglietto per l’autobus?).
LA VICENDA DEI DUE FRATELLI DI POMEZIA
Tutto è iniziato il 27 settembre scorso quando i due fratelli persero la casa dove vivevano. Sfrattati “ma lo sapevano”, ammisero. Non avendo un lavoro – uno dei due fratelli è anche invalido – non trovarono altra soluzione se non quella di vivere dentro l’unico bene che possiedono, ovvero l’auto.
Ma questo non è stato l’unico aiuto arrivato dal Comune. Il Pronto Intervento Sociale propose subito ai due cittadini un alloggio di emergenza disponibile a Ostia non accettato dai due fratelli per tutta una serie di motivazioni: come arrivare infatti sul litorale romano se non si hanno i soldi per mettere la benzina oppure pagare un mezzo pubblico? E soprattutto: dormendo ad Ostia come potrebbero poi rispettare i tempi del servizio civico?E di soluzioni più vicine nemmeno l’ombra. “I due fratelli sono stati subito inseriti nella lista per l’assegnazione di immobili di emergenza abitativa, ma ad oggi purtroppo non ci sono immobili disponibili”, dichiarò infatti la vicesindaco Serra.
Poi arrivò il contributo economico per il disagio economico: circa 900 euro in tre tranches da 300 euro mensili. In pratica circa 150 euro a testa al mese, una specie di palliativo comunque bene accetto ma che non spostò l’ago della bilancia verso una soluzione definitiva.
Il resto è cronaca recente: grazie all’aiuto delle Case di Paola i due fratelli riuscirono a ritrovare un po’ di speranza salvo poi ritrovarsi oggi punto e a capo.
A mancare, come ripetiamo ormai da mesi, è un posto di lavoro: lavoro che in qualche modo, per uno dei due fratelli, sembrava perfino poter arrivare tramite una delle ditte che lavora per il Comune di Pomezia (la Formula Ambiente, ndr) ma del quale poi non si è saputo più nulla.