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ACQUA ALLA TORRE PIEZOMETRICA DI S. PALOMBA: FINALMENTE REALTA’

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Finalmente l’acqua potabile, dopo “appena” 23 anni di attesa. Il prezioso liquido è arrivato questa mattina nella torre piezometrica di Santa Palomba, dove il Sindaco di Pomezia Enrico De Fusco ha presieduto all’apertura dei serbatoi insieme all’Assessore ai Lavori Pubblici Edgardo Cenacchi, al dirigente Ing. Renato Curci, all’Ing. Ranelletta di Acea e al Comitato di Quartiere. “Oggi è un giorno importante per questa zona del territorio – ha dichiarato il Sindaco – i cittadini aspettavano l’acqua potabile da tempo e abbiamo dovuto affrontare e superare problemi legati al collegamento dell’impianto. Ma adesso siamo qui e sentiamo scorrere l’acqua: la fornitura di un servizio primario come questo è sinonimo di crescita culturale e di civiltà per la nostra Città. Mentre si procederà al necessario lavaggio della torre, che per ragioni igienico sanitarie durerà circa 45 giorni, lavoreremo tutti insieme, Amministrazione, Acea e Comitato di Quartiere, per formalizzare il prima possibile i contratti di utenza”. E’ infatti importante che, durante il periodo di lavaggio del serbatoio, i cittadini procedano con gli allacci alle loro abitazioni: per facilitare le procedure l’Acea metterà a disposizione uno sportello itinerante nel quartiere per informare i cittadini e procedere ai contratti di utenza. “La torre piezometrica e le condotte collegate forniranno acqua potabile a circa 1300 famiglie: le 840 di Roma 2 più tutte quelle del Borghetto e delle zone circostanti – ha concluso il Sindaco – a cui si aggiungono tutte le aziende che insistono su questo quartiere”. Il costo dell’intera opera è stato di oltre 3 milioni di euro, finanziati interamente dal Comune di Pomezia. “La torre piezometrica – ha commentato Diego Casubolo, presidente del Comitato di Quartiere Roma 2 – quel “fungo” che ormai da anni stazionava lì abbandonato e vuoto, quella sorta di totem che nel tempo era divenuto il simbolo di soldi spesi in maniera inutile, immobile, statico e inutilizzato a ricordare tutti i giorni agli abitanti di Roma 2 che c’era qualcosa che non andava nel sistema, finalmente svolge il compito per il quale è stato costruito: contenere acqua. Come d’incanto muta il suo valore simbolico, divenendo in un sol colpo la fonte della prospettiva di un futuro migliore e dell’appagamento di un bisogno primario e legittimo”. Casubolo è soddisfatto, ma non nasconde un velo di polemica. “Ebbene sì legittimo, perché le abitazioni di Roma 2, non ci stancheremo mai di ricordarlo, sono state costruite con regolari concessioni edilizie figlie di una convenzione di urbanizzazione che, paradossalmente, aggirava il problema dell’acqua potabile con una previsione di futura fornitura che dagli atti sembrava imminente e invece è arrivata dopo 23 anni. Un atto scellerato che ha condannato ad un vero e proprio calvario gli abitanti del nostro quartiere, gli stessi che oggi hanno partecipato a questo evento, seguendo passo passo le manovre dei tecnici, con l’apertura dell’acqua, le pompe che entravano in funzione, le valvole fischianti che eliminavano l’aria delle condotte e poi il gorgoglio dell’acqua che metro dopo metro percorreva i 46 metri della torre. L’acqua potabile non è stata mai così vicina ai nostri rubinetti come ora, ma per festeggiare attenderemo l’effettiva erogazione dai nostri rubinetti!”.

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