<<Stiamo assistendo, come avevamo abbondantemente previsto, alla corsa alla privatizzazione dei servizi pubblici da parte della maggioranza “finto civica” alla guida della città. I recenti casi della pubblica illuminazione e delle manutenzioni stradali appaltate a diverse ditte private, riporta gli orologi della città al 2002 e sancisce definitivamente la morte di qualsiasi velleità di difesa degli interessi pubblici in campo di servizi alla comunità. Queste manovre, a pochi mesi dalle elezioni, faranno a medio e lungo termine lievitare i costi e peggiorare ancora di più la qualità – già scadente – dei servizi. Ritornerà la Babele delle ditte e delle coop, che in totale assenza di controllo e coordinamento, eseguiranno gli stessi lavori che prima faceva il pubblico ma a costi ridotti. Chissà se le teorie politiche lungimiranti del compianto Luigi Meddi, troveranno ospitalità nuovamente nel palazzo di Piazza Roma ma nel frattempo, i cittadini si troveranno a fare i conti con inevitabili aumenti delle tasse locali. Mentre la nostra città avrebbe bisogno di una visione di lungo periodo, l’Amministrazione preferisce invece nascondere la polvere sotto il tappeto. L’assurda messa in liquidazione di Asam, ha mostrato l’assenza di volontà di risolvere un problema che non è strutturale ma finanziario – poiché Asam ha debito solo verso l’Inps e non verso i privati – e allo stesso tempo, il risorgere di spinte privatistiche che ben conosciamo e che non portano benefici alla Comunità. Mettere in liquidazione un’azienda con oltre 200 dipendenti da oltre un anno, non ha risolto il problema del debito. Tutto è rimasto come prima, se non addirittura peggio: si è volutamente indebolita la macchina pubblica, creando ad arte la necessità dell’intervento privato attraverso affidamenti diretti e non tramite gare pubbliche. Si ricorda come il debito di Asam sia stato creato dall’incapacità della politica di far fronte agli adempimenti pensionistici dei dipendenti, e che la maggioranza alla guida della città ha gestito tale struttura per nove dei quindici anni di attività della stessa, spargendo promesse di risanamento e di garanzia del lavoro che ora svaniscono come neve al sole. Il “cerchio magico” al vertice della maggioranza di governo, ha pilotato Asam verso un baratro che si sarebbe potuto evitare, se solo se ne avesse avuta la volontà. Il debito non sparisce con la liquidazione e volenti o nolenti va pagato, e da questa responsabilità non si può sfuggire. I cittadini grazie alle scelte fallimentari di questa maggioranza si troveranno a dover comunque ripagare il debito, ma con servizi pubblici erogati da privati a prezzi più alti. Insomma pagheranno sempre i soliti. APL si appresta a divenire forza al governo della città e appena sarà stata chiusa la triste parentesi di Terra & Co. riporterà in mano pubblica i servizi e aggredirà le sacche di spreco volute da chi su di esse ha costruito clientele e mietuto consensi politici. Ma con noi finirà la pacchia>>.
Così in una nota Sabrina Esposito Montefusco e Fabrizio Di Carlo, di Aprilia in Prima Linea.