Esiste un gravissimo problema di cui troppo poco si parla e che provoca disastri al tessuto sociale ed economico delle nostre città, ma le Istituzioni troppo spesso se ne lavano le mani con qualche piccola campagna pubblicitaria o con ancora più “pilatescamente”, con inviti alla “responsabilità”.
Una recente indagine sul tema è stata condotta e pubblicata online da “GEDI Gruppo Editoriale” dall’eloquente titolo “L’Italia delle slot”, un focus sul gioco d’azzardo nel nostro paese.
A questo link è possibile consultare qualsiasi comune e il dato per Aprilia deve spingere a riflettere. I numeri prendono in considerazione il denaro giocato alle cosiddette VLT, le Videolottery (o VLT) che accettano anche banconote, le quali sono presenti in locali dedicati e consentono giocate e vincite più alte, e alle AWP, Chiamate anche “New Slot” , che accettano solo monete e sono presenti anche in bar e tabaccherie.
Il comune di Aprilia ha una popolazione di 73.934 abitanti con un reddito pro-capite pari a 16.327€
Ebbene, nel 2016 è stata giocata la cifra di 43 milioni di euro; quasi 600 gli euro la somma pro-capite spesa in città.
Ovviamente il concetto è stato “estremizzato” volutamente per cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema: è opportuno sottolineare infatti che il dato ottenuto, i 600 euro spesi all’anno a testa, si riferiscono alla ripartizione della somma totale spesa nelle “macchinette” per il numero di abitanti. Una media insomma.
Quasi al minimo anche l’indicatore che descrive la virtuosità di un Comune: l’indice è calcolato su una scala da 1 a 5. Più è alto e più il comune è virtuoso e quindi con una bassa diffusione di slot e con poche giocate. Aprilia fa registrare il valore “2” segno che di strada ce n’è ancora tanta da fare.
Stando ai dati pubblicati a Aprilia risultano attivi 513 apparecchi (466 AWP, 47 VLT).
Aprilia, ludopatia e gioco d’azzardo: cosa può fare la politica?
Ne parliamo con Emanuele Campilongo e Raffaele Fantoni di Aprilia in Prima Linea
“APL ritiene che chi si occupa della cosa pubblica, non possa dimenticarsi dei suoi compiti di salvaguardia dei cittadini, e che anche l’aspetto etico sia importante soprattutto quando le regole ci sono e non vengono fatte rispettare. Chiediamo che Aprilia faccia come in altre città d’Italia, e che vengano presi provvedimenti atti alla regolamentazione e limitazione degli orari in cui si possa giocare, che si rispettino le distanze dai punti sensibili come scuole, ospedali e chiese e infine, che il Comune premi tutti quegli esercizi che aderiscono alla campagna “no slot” attraverso sgravi sulle tasse locali. Per noi fare politica vuol dire dare anche messaggi educativi volti a proteggere le fasce più deboli della popolazione. E’ troppo facile dire che “ognuno fa quello che vuole”, poiché chi chiede ai cittadini il sostegno durante le elezioni ha il dovere una volta eletto di proteggere la propria comunità”.
Cosa si può fare?
“Fatto salvo che noi non demonizziamo le sale slot propriamente dette, ma chiediamo che le macchinette non siano presenti o meglio siano fortemente regolamentate negli esercizi commerciali “generici” come bar, ristoranti, alimentari e tabaccherie. La dipendenza dal gioco d’azzardo è diventata una vera e propria epidemia. Il 30% dei giocatori ha problemi di gioco patologico, e la percentuale sale al 50% tra i disoccupati. Il problema riguarda anche il 25% delle casalinghe e il 17% degli studenti. Questi sono dati forniti da alcune associazioni e enti che si occupano del fenomeno, e numerosi studi sul comportamento definiscono il giocatore patologico come colui che aumenta la frequenza delle giocate e che spende nel tentativo di ripianare le perdite, ben più delle sue possibilità divenendo spesso preda dell’usura compromettendo spesso in maniera tragica famiglia ed affetti”.
Il gioco d’azzardo colpisce le fasce più deboli. Esiste un rimedio?
“Cosa rende questo settore potenzialmente pericoloso per gli strati più deboli della nostra società? L’esiguità del costo della singola giocata abbassa la soglia d’attenzione e di percezione del danno che deriva dal comportamento, l’affrettata ripetitività del tentativo, non consente la rielaborazione di quanto è appena accaduto. Inoltre la somiglianza con giochi di abilità ma senza vincita è una pericolosa attrattiva per i più giovani. Ciò per il nostro sistema è deleterio poiché sono più i costi sociali che tale fenomeno genere rispetto ai benefici che esso apporta al tessuto sociale. Ricordiamo come la cura delle ludopatie è stata inserita tra le spese a carico del Sistema Sanitario Nazionale cioè a carico di tutti, mentre i benefici sono di pochi grandi concessionari privati”.
Al livello politico qual è la proposta di APL?
“APL in futuro si impegnerà a istituire limiti orari per l’utilizzo delle slot, fissare il “distanziometro” a 500mt dai cosiddetti punti sensibili e a disincentivare attraverso campagne informative e premiando gli esercenti, che aderiranno all’iniziativa. Se vogliamo migliorare la nostra città abbiamo il dovere di preoccuparci di non disseminare la strada di pericolose tentazioni, e ciò soprattutto per chi già vive situazioni di debolezza o disagio”.