Si è conclusa nei giorni scorsi l’operazione “black hole” (buco nero) che ha portato al sequestro di un’area di oltre 15.000 metri quadrati, appartenente all’autodromo di Vallelunga.
I militari della Guardia di Finanza di Civita Castellana, diretti dal Cap. Raffaele Rebichini, in collaborazione con personale del 1° Gruppo Roma, hanno eseguito un’attività delegata dalla Procura della Repubblica di Tivoli in materia di tutela ambientale in un terreno, all’interno dell’autodromo, dove erano stati notati, nei mesi scorsi, ingenti movimentazioni di mezzi pesanti che riversavano in una cavità enormi quantitativi di materiale edilizio di risulta.
In particolare, ciò che aveva destato l’attenzione dei finanzieri era stata la “creazione” di una collina artificiale, adiacente la pista, ben visibile dalle principali strade che costeggiano l’autodromo.
Una volta eseguito l’accesso l’amara scoperta. Una voragine, di circa 7.000 metri quadrati, era stata riempita con i materiali edilizi di risulta provenienti dai lavori di ristrutturazione dell’autodromo, che dal 2017 ha subito un importante “restyling”. Le storiche tribune, infatti, durante lo scorso anno, sono state abbattute per lasciar spazio ad un nuovo impianto.
La vecchia struttura, una volta smantellata, è stata interrata in un terreno limitrofo. Oltre 65.000 tonnellate di rifiuti speciali costituiti da cemento, ferro, plastica e fresato di asfalto sono stati illecitamente smaltiti, nascosti nel sottosuolo o accumulati in superficie.
La “collina”, ben visibile dalle arterie di comunicazione, altro non era che il risultato dello scavo, essendo composta da tutto il terreno che è stato asportato per creare la gigantesca voragine, e utilizzata anche per seppellire altro materiale.
Il responsabile dell’autodromo, C.R., 60 enne di Perugia, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Tivoli per i reati di cui agli artt. 192 (divieto di abbandono rifiuti) e 256 (attività di gestione di rifiuti non autorizzata) del D.Lgs. 152/2006 (testo unico ambiente).
La Guardia di Finanza, inoltre, nei giorni scorsi, ha interessato l’A.R.P.A. Lazio, che effettuerà gli opportuni test nel terreno al fine di verificare eventuali compromissioni significative del sottosuolo e la pericolosità dei rifiuti depositati.