“La 2 Effe – ha dichiarato Stefano D’Andrea, Segretario della Filt Cgil Pomezia Castelli – non ha assunto tutti i dipendenti precedentemente impiegati, ma ne ha lasciati fuori 6 in barba alle norme che regolano i cambi di appalto. Il fatto sconcertante è che questi lavoratori non rimangono senza lavoro a causa di una contrazione di attività lavorative – sappiamo che il nuovo fornitore ne ha già assunti altri – ma seconda una logica e un criterio a noi sconosciuti”.
Al Presidio hanno partecipato, oltre a diverse sigle sindacali, anche il sindaco di Pomezia Enrico De Fusco ed il consigliere di SEL Mario Borgo Caratti, accompagnato dal responsabile di SEL per le tematiche di trasporti, turismo e decoro urbano Valentino Valentini, che hanno voluto portare la loro solidarietà agli operai.
“Sono vicino ai lavoratori dal lato umano – ha commentato il Primo Cittadino – e farò di tutto per risolvere il loro problema. Ho già richiesto un incontro con la Fiorucci, che è tenuta a vigilare sull’operato delle cooperative a cui affida i propri lavori e di tutelare i lavoratori: in questo caso c’è stata una chiara violazione all’articolo 300 dello statuto dei lavoratori, essendo stati lasciati a casa proprio 6 dipendenti molto attivi nel sindacato”.
Presenti anche i rappresentanti della Flai Cgil Pomezia Castelli, il sindacato che segue il settore dell’agroindustria con i propri rappresentanti interni allo stabilimento, preoccupati per il futuro di questi 6 colleghi.
“Dopo aver saputo dalla stampa degli arresti di Antonini per quell’appalto in Fiorucci – ha dichiarato Gianfranco Moranti, Segretario Generale della Flai Cgil Pomezia Castelli – ci siamo adoperati nel richiedere un urgente incontro per avere alcune informazioni contrattuali tra cui anche quelle riguardanti tutte le società esterne, in appalto e sub-appalto, esistenti all’interno del sito di S. Palomba, secondo quanto previsto dal CCNL industrie alimentari. La richiesta è stata reiterata il 14 marzo ma la Società Cesare Fiorucci non ci ha informato dell’imminente cambio d’appalto proprio in quel settore e degli eventuali riflessi occupazionali dei loro dipendenti. E pensare che proprio nell’ultimo incontro con l’Amministratore Delegato della Cesare Fiorucci, tenutosi in azienda, abbiamo puntato il dito sulle società terze chiedendo un maggior controllo e attenzione su di esse da parte della società committente, a partire da coloro che gestiscono l’entrata della merce per finire alle società che gestiscono l’uscita del prodotto finito”.
La CGIL, oltre alla protesta in atto ai cancelli dello stabilimento, sta preparando una lettera alla proprietà – Campofrio Espana – su quanto accade a Pomezia.
“L’ideale – ha aggiunto Gianfranco Moranti – sarebbe rivisitare le decisioni prese dalla vecchia proprietà in merito all’out-sourcing di alcune attività lavorative verificando la fattibilità di un loro rientro alle dipendenze dirette della C. Fiorucci SpA”.
“Anche la Filt Cgil – ha proseguito D’Andrea – non è stata informata preventivamente del cambio appalto né dalla Fiorucci ne dalle società terze e solamente a giochi finiti siamo stati coinvolti dai lavoratori esclusi. Abbiamo tentato sia con la Cesare Fiorucci, società committente, sia con la società nuova subentrante nell’appalto di costruire un percorso che tenesse dentro tutti e scongiurasse lo spettro della disoccupazione ma a nulla sono servite le nostre richieste. Inoltre la cooperativa subentrante non applica il contratto nazionale di riferimento alla movimentazione e alla logistica, bensì uno non di pertinenza con minimi tabellari più bassi, unicamente per abbassarne i costi a scapito dei salari dei propri dipendenti”.
Ma la protesta non finisce oggi, almeno da quanto dichiarano i Sindacalisti della Cgil di Pomezia. “Ora chiederemo a tutte le forze politiche e istituzionali del territorio una ferma e decisa presa di posizione a sostegno dei lavoratori e delle lavoratrici che hanno perso il posto di lavoro ingiustamente, ma anche a supporto del tentativo di riaprire un confronto costruttivo con la multinazionale dei salumi e la società che ha preso l’appalto”.