Nuovo colpo di scena ad Ardea. Dopo la revoca dell’incarico all’assessore all’urbanistica Rossana Corrado (il 10 gennaio) e le dimissioni dell’assessore ai servizi sociali Graziella Maracchioni (l’11 gennaio), è di pochi minuti fa l’indiscrezione che anche il vicesindaco Ugo Bonaccorso si sia dimesso, anche se la lettera ufficiale non è ancora stata protocollata.
Una nuova mazzata per il sindaco Savarese, che in pochi mesi si è ritrovato con una situazione patrimoniale di gran lunga peggiore a quella prevista, con l’unica scelta attuabile del dissesto finanziario, con le proteste da parte di genitori e di assistenti AEC per la mancata erogazione dei servizi di assistenza ai bambini disabili per mancanza di fondi, con l’opposizione che chiede dimissioni per incapacità e per le effettive dimissioni di due assessori dal ruolo fondamentale. Una serie di “guai” che – in così pochi mesi dalle elezioni – fanno pensare a qualcosa di strano: come mai in passato, nonostante i problemi (non solo amministrativi, ma anche giudiziari di alcuni politici, tra cui il sindaco), non si era mai arrivati a mettere così pressione al sindaco in carica? Ci sono dei franchi tiratori all’interno del Movimento 5 Stelle che sin dall’inizio hanno remato contro, creando scompiglio e facendo in modo che non ci fosse la fiducia reciproca e la tranquillità necessaria per poter governare nel modo migliore possibile?
Perché – e ci rivolgiamo all’opposizione – si è solo capaci di chiedere le dimissioni e non si mettono “sul piatto” quelle soluzioni che si pretendono da chi governa da soli 7 mesi?
Riportiamo le interessanti riflessioni di un cittadino, che centra perfettamente il problema.
“Qualche mese fa è stato eletto ad amministrare Ardea un gruppo costituito dal Movimento 5 stelle, credo sull’onda di una diffusa insoddisfazione per l’operato degli amministratori precedenti. Come per l’amministrazione 5 stelle della Raggi, abbiamo constatato delle “incertezze” nell’azione amministrativa; ciò ha consentito alla maggior parte di coloro che non erano riusciti ad accomodarsi nella “stanza dei bottoni” di accanirsi (comodamente “dal di fuori”, dico io) per qualsiasi motivo : i nomi dei futuri assessori, la perdita della delegazione degli uffici comunali, gli atti di vandalismo alle scuole per il mancato funzionamento dell’impianto di videosorveglianza, la dichiarazione di “dissesto” e conseguenti problemi economici che non permettevano una pianificazione dei servizi ecc.
Ed ora veniamo al modo di reagire nei confronti di quelle che vengono ritenute inadempienze dell’Amministrazione e soprattutto a cosa si può fare, se veramente si vuole, per cercare di migliorare la situazione e quindi essere amministrati un po’ meglio . Premesso che ci sono due modi di “fare opposizione” : uno “materiale” da parte dei consiglieri comunali che non fanno parte della maggioranza ed uno “virtuale” da parte di quei cittadini che non condividono l’operato degli amministratori in carica; ciò premesso, entrambi i gruppi di opposizione (quello in Consiglio Comunale e quello “virtuale” all’esterno) possono comportarsi in due maniere : una, piuttosto squallida a mio parere, è quella di “andare a caccia” di qualsiasi pretesto per cercare di evidenziare unicamente che gli amministratori in carica “non sono capaci” di gestire l’attuale situazione, all’unico scopo di gridare“tutti a casa” “vergogna” ecc, il tutto di improbabile esito conclusivo (dovrebbero dimettersi in blocco, il che è appunto improbabile, tanto più che potrebbero ritenere, col tempo, di avere l’occasione di fare prima o poi qualcosa di positivo e controbattere le argomentazioni dei “gridazzari” a tempo perso). Se questo è l’unico modo che gli oppositori conoscono di “guardare al futuro” per i propri figli, ne prendo atto ma dico anche “poveri voi, anzi povera Ardea (e quindi tutti noi) se questo è l’andazzo”.
Per l’altra maniera mi rivolgo invece a coloro che vorrebbero fare concretamente una “opposizione costruttiva”, organizzandosi in una specie di “governo ombra”, costituito da persone il cui unico scopo è quello di esaminare e studiare nei dettagli i singoli problemi, descrivendo pubblicamente la soluzione che propongono (il dialogo costruttivo è il vero asso nella manica): in tal modo non andrebbero semplicemente a “togliere le castagne dal fuoco” alla maggioranza, perché avrebbero modo, allora sì, di dimostrare concretamente ai cittadini cosa sarebbero stati capaci di fare se eletti. Naturalmente il grosso del lavoro consisterebbe appunto nell’ informare dettagliatamente la cittadinanza delle soluzioni proposte (sarebbe opportuna, parallelamente, una efficiente organizzazione per “mettere a frutto” il proprio lavoro). Questa sì che sarebbe una maniera civile di fare opposizione costruttiva e ciò vale anche per l’opposizione “in carica” e non solo per quella ‘virtuale’ “.