I suoi familiari lo avevano affidato a una clinica di lunga degenza per anziani perché aveva bisogno di supporto e di sorveglianza soffrendo di disorientamento, ma alla seconda notte dal ricovero è tranquillamente uscito dalla porta principale e ha vagato senza meta, senza la capacità di rientrare, per tutta la notte. Che mancasse all’appello alla casa di riposo se ne sono accorti solo al mattino, ma ormai era troppo tardi: l’hanno trovato in fin di vita in un prato vicino ed è spirato poco dopo all’ospedale.
Informata del fatto, la Procura di Velletri ha aperto un procedimento penale, per adesso contro ignoti, sull’assurda fine del settantottenne A. L., residente a Roma, dal quale la sua famiglia e Studio 3A, che la assiste, si aspettano chiarezza sui fatti, risposte sulle eventuali responsabilità in capo alla struttura e agli operatori, e giustizia.
L’anziano in quattro mesi aveva subito due ictus, nel luglio scorso, con conseguente ricovero all’ospedale Vannini di Roma, e in ottobre, con successiva degenza all’ospedale Casilino. Fisicamente si era un po’ ripreso, ma tra le conseguenze causategli dalla grave patologia vi era anche il disorientamento nel tempo e nello spazio e il disturbo della memoria. Avendo tassativamente bisogno di custodia 24 ore su 24, i suoi cari il 7 ottobre lo hanno ricoverato in una struttura attrezzata e poi, per esigenze familiari, il 27 novembre lo hanno spostato, appunto, nella nuova casa di riposo.
Ma alla seconda notte di ricovero, quella tra il 28 e il 29 novembre 2017, si è consumata la tragedia: l’anziano, verosimilmente, si è svegliato nel cuore della notte e, disorientato, deve aver cominciato a camminare. Il problema è che non è rimasto all’interno della clinica ma, non avendo trovato ostacolo alcuno nelle porte, del tutto prive di allarme, è uscito come niente fosse all’esterno e deve aver preso a vagare, incapace di raccapezzarsi. Purtroppo, ed è il secondo problema, nessuno degli addetti della casa di riposo, durante i controlli notturni, ha notato che il settantottenne si era allontanato e quando è stato lanciato l’allarme, al mattino seguente, ormai il suo destino era segnato: l’hanno trovato in un’area verde nelle vicinanze, ormai ridotto in fin di vita dal freddo della notte, e a nulla è valsa la corsa disperata verso l’ospedale di Frascati, dove alle 9.07 dello stesso 29 novembre è mancato.
Sulla scorta della notizia di reato trasmessa dalle forze dell’ordine, la Procura di Velletri, per il tramite del Sostituto Procuratore, dott. Antonio Verdi, ha aperto un fascicolo penale per omicidio colposo contro ignoti, è stata disposta l’autopsia sulla salma e gli inquirenti hanno acquisito i video delle telecamere interne della clinica per appurare cosa sia successo e per capire come mai nessun operatore si sia accorto della sua assenza.
I familiari della vittima, per fare piena luce sui fatti, attraverso il consulente personale Angelo Novelli, si sono rivolti a Studio 3A, società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistro, a tutela dei diritti dei cittadini, che ha già acquisito copia della documentazione medica e anche chiesto spiegazioni, unitamente ai propri assistiti, alla casa di riposo, che tuttavia finora non ha fornito risposte esaurienti né le coperture assicurative. Risposte che però la famiglia del povero A. L. e Studio 3A, che sta collaborando da vicino nelle indagini, si aspettano dal procedimento penale e dalla magistratura.