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Caso Penta Pomezia: la squadra costretta a giocare ad Ardea (a pagamento) con i campi liberi a Pomezia?

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Continua il “giallo” intorno alle vicende legate alla società sportiva Penta Pomezia, militante nel torneo di Serie D di calcio a 5. La squadra, come scritto in questo nostro precedente servizio, si trova senza campo dove disputare le partite casalinghe e chiede al Comune uno spazio in uno degli impianti sportivi del territorio per disputare le gare interne il venerdì sera alle ore 21.15 (peraltro, come ogni buon amante del calcio sa, non tutte le settimane).

Il Penta Pomezia infatti, che aveva partecipato al bando per l’assegnazione degli impianti sportivi per la stagione in corso chiedendo l’assegnazione al Palalavinium, arrivando terza in graduatoria, ed una palestra scolastica, il Pala Eneache però ora è chiuso per lavori., si allena temporaneamente sul terreno da gioco di Via Varrone: ma “terreno da gioco” è una parola fuori luogo, sostiene la società, considerando le pessime condizioni del manto erboso

Per tale motivo chiedeva e chiede tutt’ora al Comune uno spazio solo ed esclusivamente per disputare le partite ufficiali interne, dunque per un evento particolare, in un campo…degno di questo nome.

Arriva la data della partita: il Penta Pomezia costretto (di nuovo) ad affittarsi privatamente un campo ad Ardea

Venerdì scorso, 15 dicembre 2017, era in programma il match casalingo contro il Real Vallerano ma non avendo trovato soluzioni la squadra, a proprie spese (come un qualsiasi ‘gruppetto’ di amici per la classica partitella settimanale), si è vista costretta nuovamente a “migrare” altrove, stavolta ad Ardea. Ma oltre al danno logistico, economico e d’immagine si è aggiunta, sembrerebbe, anche un’ulteriore beffa: 

“Abbiamo mandato alcuni dirigenti, in concomitanza con l’orario di gioco, alla Selva dei Pini di Pomezia dove ci sono ben due campi di calcio a 5 che a nostro avviso risultano omologati per giocare. Sapete cosa abbiamo trovato? Il buio, nel senso che non c’era nessuno”, dichiara la società che ci invia anche una testimonianza fotografica.

“Senza contare che al Palalavinium – continua la società – ci sembra un’esagerazione che non si riescano a trovare due ore per noi, una settimana sì e una no, per farci giocare. Teniamo a ricordare che in passato abbiamo compartecipato anche alle spese per l’omologazione del campo e vorremmo un minimo di riconoscimento”. 

Prevedibile, allora, la rabbia della società e in effetti – in attesa che il Comune fornisca la propria versione – pare assurdo che una società del territorio, per di più storica, sia costretta ad affittarsi un campo in un’altra città quando a Pomezia alcune strutture sono inutilizzate. Ma la vicenda presenta altri elementi che vale la pena approfondire.

Rileggendo le dichiarazioni dell’Assessore Sbizzera, che pure ci aveva fornito una prima versione dell’amministrazione, qualcosa sembrerebbe non tornare e per questo abbiamo richiesto ulteriori chiarimenti ai quali, mentre scriviamo, non è ancora pervenuto riscontro.

“Attualmente l’impianto di Martin Pescatore sta subendo un intervento di manutenzione straordinaria che lo rende inagibile ancora per qualche settimana. Le società assegnate a quell’impianto sono state spostate in altre strutture, in questo caso in quella di via Varrone. Attualmente non sono disponibili altri spazi comunali, perché l’unico compatibile con il calcio a 5 è il PalaLavinium che è già occupato da altre associazioni che svolgono attività agonistica. Si aggiunge inoltre che il campo di via Varrone, dove attualmente il Penta Pomezia si allena, è omologato, per cui può ospitare le partite”.
 
L’Assessore dichiara infatti che “l’unico impianto compatibile con il Calcio a 5 è il Palalavinium ma, come visto, ci sarebbero anche i due campi della Selva dei Pini. Perché allora non farli giocare lì per lo meno quando non sono utilizzati da altri come venerdì scorso? I campi non sono omologati oppure ci sono altri impedimenti non noti? 
 
E ancora: “Si aggiunge inoltre che il campo di via Varrone, dove attualmente il Penta Pomezia si allena, è omologato, per cui può ospitare le partite, aveva aggiunto Sbizzera. Su questo passaggio tuttavia ricordiamo che il problema sollevato non era riferito all’omologazione bensì alle condizioni disastrate del manto erboso.
 
“Noi vogliamo soltanto chiarezza e un po’ di equità”, dichiara la società che comunque sta continuando a chiedere un incontro con l’amministrazione per esporre le proprie ragioni ma senza fortuna per il momento. “Al Comune chiediamo soltanto un po’ di collaborazione e un po’ di buon senso come quello usato con la Fortitudo Pomezia durante i recenti lavori al Palazzetto di Via Pietro Nenni quando alla squadra furono messi a disposizione degli spazi, tra i quali il Palaenea, anche per le partite, che giustamente vennero considerate ‘eventi particolari’. Perché con noi non si può fare lo stesso? Non pensiamo di chiedere chissà cosa. Siamo parte di questa città e facciamo sport da anni. Credo sia nell’interesse di tutti trovare una soluzione al nostro problema”.
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