Agguati al telefono sempre più frequenti. I nostri smartphone, e pure gli apparecchi fissi delle nostre case, sono diventati una facile porta di accesso per i tanti truffatori che ormai operano a livello internazionali. Gli attacchi, neanche tanto ingegnosi, arrivano da più fronti. Ci sono i Ping calls (gli squillini per svuotare il credito telefonico), i Call-ID-Spoofing (numerazioni finte che sembrano amiche), gli sms di allarme per ottenere i dati delle nostre carte di credito, fino alle chiamate di finti call center bancari. Tutto parte da una telefonata ricevuta da un numero sconosciuto. Chi abbocca si ritrova con parecchi soldi in meno. Nell’ipotesi peggiore, i moderni truffatori riescono ad arrivare al nostro conto corrente o ai dati della nostra carta di credito. «Occorre essere sempre vigili e valutare le telefonate che riceviamo con una buona dose di diffidenza – dice Ivano Gabrielli, Vice Questore Aggiunto della Polizia Postale -. Bisogna partire dall’idea che ogni input che ci arriva dall’esterno e che riguarda un nostro mezzo di pagamento sia da considerare a rischio».
Ping Calls – Non richiamate questo numero (+216)
Un fenomeno che sta diventando sempre più frequente è quello dei Ping Calls, vale a dire degli squillini sul nostro cellulare che durano un istante. Molte volte non c’è il tempo di rispondere. La trappola scatta quando chi ha ricevuto lo squillo richiama, magari incuriosito dall’aver ricevuto il contatto. A quel punto viene messo in contatto con un numero che automaticamente scala cifre indecenti dal nostro credito telefonico, anche 1 euro al secondo.
Fino a qualche tempo fa le chiamate arrivavano da numeri italiani a pagamento, adesso la nuova frontiera è quella della chiamata da Paesi esteri come Tunisia, Moldavia, Kosovo. Ultimamente è frequente la chiamata con prefisso +216 (Tunisia). Dietro a questi squilli tante volte ci sono computer che fanno numerazioni a caso, migliaia alla volta, oppure operatori che utilizzano rubriche telefoniche comprate fraudolentemente nel dark web.
Call-ID-Spoofing – Attenti alle numerazioni trappola
E’ una variante ingegnosa e più tecnologica del Ping Calls. Si tratta, infatti, di una schermatura che nasconde il numero reale da cui arriva la chiamata (o lo squillino) e induce a pensare che sia una telefonata «lecita». In questo modo i truffatori si insinuano più facilmente tra i nostri contatti e provano a svuotare il nostro conto telefonico. E’ un servizio che esiste da tempo (ci sono diverse app che lo consentono) e che permette di cambiare a piacimento l’identità di chi chiama. Da qualche tempo è utilizzato per arrivare al nostro credito telefonico. Per difendersi basta bloccare il numero da cui arriva la truffa. Gli smartphone offrono questa possibilità. Purtroppo le bande di truffatori hanno a disposizioni migliaia di numerazioni e cambiano in continuazione il loro mittente. Un’altra soluzione è quella di chiamare il nostro operatore telefonico e chiedere il blocco delle telefonate che svuotano il nostro conto telefonico. Per riavere il credito rubato, occorre procedere con una vera e propria denuncia. La soluzione migliore è quindi non rispondere a chiamate da un numero non in rubrica.
I falsi amici – Mai rivelare al telefono i dati sensibili
Da poco è arrivato anche la nuova frontiera delle chiamate truffa da finti call center bancari o addirittura dalle forze di polizia. I truffatori in questo caso fingono di volerci aiutare: il caso è quasi sempre quello di un’anomalia sul nostro conto corrente o sulla nostra carta di credito. Con abilità riescono a farsi rivelare i numeri di accesso ai nostri soldi. È la nuova frontiera del phishing che però passa per una telefonata o un sms. «Occorre tenere gli occhi sempre bene aperti – spiega l’esperto -. Ma bisogna anche considerare che la nostra banca difficilmente ci contatterà via telefono, piuttosto utilizzerà canali più ufficiali per operazioni che sono sensibili».
Fonte: Adico – la Stampa