Ardea, ora è ufficiale. Il Comune, ed è il primo cittadino stesso, Mario Savarese, a dichiararlo in esclusiva ai microfoni de Il Corriere della Città, è in dissesto finanziario. Questi alcuni dei passaggi.
“Ci hanno dato degli irresponsabili dicendo che stiamo portando il Comune al dissesto e ci chiedono la verità. Non l’abbiamo detta? Assolutamente no. Il problema è che le parole del 31 luglio rilasciate nel famoso Consiglio Comunale, dove venne fatta una fotografia molto chiara – e drammatica – della condizione dell’ente, non hanno avuto la giusta valutazione; avevamo detto che la strada del riequilibrio finanziario era una delle possibilità, non l’unica e da perseguire a tutti i costi. Abbiamo fatto un tentativo ma non è era fattibile”.
“Cosa è successo? Semplice. La situazione è drammaticamente virata in peggio. Dagli uffici sono stati prodotti ulteriori debiti, dai “cassetti” in 40 giorni è uscito dell’incredibile, un’operazione che francamente non ci aspettavamo. Dov’erano questi debiti? Dimenticati, dimenticati forse da una politica poco attenta, da uffici che diciamo avevano preferiti tenerli nascosti per non “disturbare” una politica che non voleva assolutamente che questo producesse difficoltà nella loro amministrazione; sono debiti risalenti al passato, dal 2011 al 2015, quindi della precedente consiliatura. Ardea va dunque al dissesto non per una scelta del Movimento 5 Stelle, non per una scelta politica, ma per una scelta dettata dai numeri. Una situazione che abbiamo ereditato, anche se questa espressione non piace e che qualcuno vorrà far passare per nostra ‘incapacità’: ma non è così, noi le capacità le abbiamo e lo dimostreremo”.
“Ci chiedono la verità, e la verità è questa. Il nostro paese era in dissesto già tre anni fa, per un sistema contabile che lo consentiva. Non c’è stato nulla di illegale in questo, la legge lo permetteva: in pratica si potevano mettere a bilancio soldi che si sapeva che non sarebbero mai stati incassati, a fronte dei quali si potevano fare spese che invece andavano evitate. Oggi non è più così, da quando è stato introdotto il cosiddetto bilancio armonizzato: parola complicata, ma che, sintetizzando all’estremo, avvicina la conduzione degli enti a quella delle famiglie. In pratica si può spendere solo sulla base delle effettive disponibilità. Prima la variabile del ‘tempo’ non esisteva: si poteva rimandare, dimenticare, portare in là, impegnando somme che si sapeva non sarebbero mai entrate”.
“A quanto ammonta tale debito? Parlando del solo debito, siamo ad oltre 5 milioni e mezzo, da poco più di un milione e cento accertato a luglio. Senza contare che si sono aggiunti 6 milioni e mezzo di possibili debiti derivanti da cause in cui la possibilità di soccombenza è medio-alta. In pratica si arriverebbe a circa 12 milioni che sono un’enormità per la nostra città”.
“Assunzioni bloccate? Non è vero, anche se qualcuno vuol far passare questo messaggio. Ciò accadrebbe in caso di situazione di piano di riequilibrio, che sì ci impedirebbe di fare nuove assunzioni per contenere le spese. Il dissesto non ci impone vincoli così rigidi: ci sarà la possibilità di prendere personalità qualificate per aiutarci nell’opera di risanamento”.
Poi un passaggio sulla questione entrate: “Dal commissario prefettizio sono state previste, solo per fare un esempio, entrate di oltre 5 milioni da ottenere dalle multe; di questi 5 milioni ne sono stati accertati solo 300 mila, ed incassati appena 1.000. Così come i 3 milioni della famosa “tassa sull’ombra”: anche questa non produrrà nulla. Mancheranno così 8 milioni che esistevano solo nei numeri. Un disavanzo enorme che non può essere colmato, è matematica”.
Quindi un messaggio all’opposizione: “Noi incapaci? Invece di collaborare per cercare di risanare l’ente e aiutarci in questa difficile situazione, l’opposizione la utilizza politicamente. In pratica strumentalizzano una condizione che loro stessi hanno creato, e questo è inaccettabile”.