“Qualche giorno fa – comunicano i sindacalisti – l’A.D. ha scritto a tutti i suoi “colleghi” ricordando la necessità di continuare il progetto di risanamento avviato a causa della grave crisi del gruppo e che, in maniera consequenziale, per quest’anno premi legati ad obiettivi e valutazione delle prestazioni non avrebbero avuto luogo. In perfetta contraddizione con quest’assunto, siamo venuti a sapere, e non con la stessa ufficialità, che in una riunione di lavoro un Direttore ha comunicato la volontà della direzione di reperire risorse per eventuali premi”.
I lavoratori, soprattutto quelli in CGIS, in questi giorni avevano infatti lamentato il mancato pagamento dei premi di produzione relativi all’anno precedente alla cassa integrazione, ritenendo leso un loro diritto insindacabile.
“Riteniamo positivo – hanno aggiunto le RSU – che si vogliano reperire risorse economiche, ma se questo è possibile deve esserlo per tutti e, perciò riteniamo che non ci siano problemi, a questo punto, per ripristinare quanto eliminato e parlare anche di Premio di Partecipazione per tutti i lavoratori. Quello che si pone però è un grosso problema politico.L’A.D. ha il controllo della situazione o non dice tutta la verità?
E le persone che vengono ai tavoli sindacali rappresentano realmente la posizione dell’azienda? E Direttori, Dirigenti e tutti quelli che vanno in giro a raccontare la loro verità in contraddizione con le decisioni assunte, a nome e per conto di chi lo fanno?
Al di là dei contenuti quello che emerge non è imputabile alla delicatezza del momento come spesso viene detto, ma al caos decisionale e gestionale che sta caratterizzando questa fase. Noi non possiamo consentire questi comportamenti; chiediamo posizioni chiare, trasparenti ed affidabili ed una gestione lineare delle questioni”.
Intanto i lavoratori ISF, riuniti in un’azione comune contro le decisioni aziendali, puntano il dito sul comportamento delle RSU, accusandole di non aver rispettato le procedure sia in fase di votazione, con chiusura delle urne anticipata, sia per aver “legittimato il discutibilissimo operato di Sigma Tau al momento della richiesta della CIGS a Unindustria, poiché l’azienda non ha espletato correttamente le procedure di informazione e consultazione sindacale previste dalla legge e perché, nonostante la pressione di tutta la stampa nazionale, di interpellanze parlamentari, di intervento diretto nella trattativa di organismi nazionali e nonostante il sostegno di tutti i lavoratori Sigma Tau, hanno sottoscritto il peggior accordo del settore, senza rispettare le indicazioni date nel corso dell’assemblea”.
Insomma, la questione Sigma Tau sembra ancora lontana dall’aver trovato una soluzione definitiva…