<<Ringrazio il vice
-presidente della Regione Lazio Luciano Ciocchetti per il sostegno dato all’iniziativa comunale di avviare, con la palazzina A, l’abbattimento del “Serpentone” (complesso Lido delle Salzare). L’operazione è stata possibile grazie al supporto della Prefettura e della Questura di Roma che hanno messo a disposizione la forza pubblica necessaria in aggiunta alla disponibilità ordinaria della Compagnia dei Carabinieri, del Commissariato di Polizia e dei Vigili Urbani. Sono grato alle Istituzioni, a tutte le forze dell’ordine intervenute, al Segretario comunale, ai Dirigenti e collaboratori degli uffici comunali Urbanistica, Ambiente, Servizi Sociali e Patrimonio che hanno consentito di ottenere un altro successo nella lotta all’illegalità. Un plauso particolare all’Arch. Rocca e ai suoi collaboratori>>.
E’ quanto dichiara il Sindaco di Ardea Carlo Eufemi in merito alle operazioni di questa mattina: con particolare spiegamento di forze dell’ordine – Polizia di Stato, Carabinieri, Polizia Municipale – è stato dato il via alle operazioni di sgombero e demolizione della palazzina “A” del complesso residenziale “Lido delle Salzare”, meglio noto come “Serpentone”. La palazzina – circa 36 appartamenti – era stata realizzata negli anni ’90 su vincolo archeologico.
<<Siamo impegnati – prosegue Eufemi – per l’affermarsi del rispetto delle regole su un territorio che per troppo tempo le aveva violate. Non è tollerabile che il ‘Serpentone’ insista, con i suoi 7 palazzi di 36 appartamenti ciascuno per un totale di oltre 250, su un’area archeologica che gli storici considerano legata ai luoghi dello sbarco di Enea e punto di riferimento di importanti commerci dell’antichità, come testimoniato dall’antistante campagna di scavi in corso sul sito Castrum Inui, il più importante ritrovamento archeologico degli ultimi decenni sul litorale a sud di Roma>>.
“Succedevano “cose strane” ad Ardea un tempo. E’ anche successo, come mi hanno raccontato, che il parere del Ministero dei Beni Culturali sul vincolo esistente nell’area potesse arrivare “per errore” al Comune di Pomezia anziché al richiedente Comune di Ardea. Ciò accadeva a fine anni ’80 e grazie a tale svista si è fatto scempio di un’area tra le più importanti del territorio italiano; la stessa devastazione che ha interessato, dagli anni ’50 in poi, tutto il litorale a sud di Roma e che ancora oggi impedisce la vista e la fruizione del mare e della costa. Negli ultimi due anni abbiamo abbattuto 51 unità abitative sul litorale, altrettante ne abbiamo pronte e le vogliamo fare se il Consiglio di Stato confermerà la sentenza del TAR. Abbiamo aperto finestre sul mare che finalmente cominciano a restituire il paesaggio naturale alla fruizione collettiva. Oggi – conclude il Sindaco – abbattiamo altre 36 unità abitative per sancire la tutela di altra memoria storica e archeologica e vogliamo perciò stabilire che “cose strane” su questo territorio non devono più accadere perché rappresentano un delitto contro i diritti collettivi”.