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SIGMA TAU, COSA RESTA DI 45 GIORNI DI LOTTA

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Sigma Tau il giorno dopo. Scomparso il Palatau, sparite le pattuglie di Polizia e Carabinieri. Davanti al piazzale non c’è più nessuno, il lavoro è tornato alla normalità, almeno per chi è rimasto.

Scarno il comunicato della RSU. “La RSU, con l’accettazione dell’ipotesi di accordo da parte dei lavoratori, ritiene necessario attivare immediatamente i tavoli di confronto sulle tematiche aperte. La RSU, preso atto dell’esito della consultazione svolta, dichiara rientrato lo stato di agitazione e revoca gli scioperi indetti”, poco meno asettico quello dell’azienda. “Sigma-tau Industrie Farmaceutiche Riunite SpA, con sede e stabilimento a Pomezia, prende atto dell’esito positivo del referendum tra i lavoratori relativo alle modalità di gestione della CIG straordinaria per crisi, ad oggi prevista per circa 400 dipendenti. Tale risultato ratifica così l’ipotesi di accordo siglato lo scorso 23 febbraio con le organizzazioni sindacali – Filctem Cgil, Femca Cisl, Uilcem Uil e Failc Confail – unitamente alla RSU. In dettaglio, il referendum ha visto la partecipazione di 1.186 dipendenti, su 1.438 aventi diritto, favorevoli sono stati il 69,8% e contrari il 28,9% (il restante è costituito da schede bianche e nulle). La RSU ha revocato gli scioperi indetti, sospendendo lo stato di agitazione. sigma-tau IFR si è impegnata a monitorare in modo continuativo i risultati raggiunti a seguito dell’implementazione del piano di risanamento e, a partire dal mese di ottobre, le parti si incontreranno per condividere il piano industriale di crescita e sviluppo del business”.

Ma come l’hanno presa i lavoratori?

Più o meno soddisfatti coloro che stamattina sono riusciti a timbrare, delusi ed amareggiati quelli che invece restano a casa. “Io ho votato no. Di tutto questo non riesco a parlarne senza piangere. Ma il mio non è un pianto di debolezza, ma di rabbia per il tradimento da parte di tutta la RSU – ha raccontato una lavoratrice – Volevo precisare che i risultati delle votazioni le ha comunicate nel piazzale un collega in CIGS che aveva ricevuto un sms da un sindacalista. Non hanno avuto neanche il coraggio di guardarci in faccia, mentre era loro dovere e responsabilità esporsi. Me ne vado dalla Sigma Tau dopo 35 anni: troppo giovane per andare in pensione, troppo vecchia per sperare in una ricollocazione altrove. Per questo non ringrazio né l’azienda né i sindacati. Il mio grazie va invece a Pina Necci, a Claudio Fiorella, a Roberto Busiello, a Giancarlo Luciani, a Enrico “Il Passero” e a tutti gli altri volontari di cui non conosco i nomi, provenienti anche da città limitrofe: senza il loro supporto, dalle cucine da campo fino all’aiuto psicologico, non avremmo avuto la possibilità di tenere il presidio davanti ai cancelli della Sigma-tau per ben 45 giorni”.

Feroci molti commenti da parte di altri lavoratori. “Ci hanno venduti”. “Ci siamo illusi, ma il sogno è finito nel peggiore dei modi”. “L’unica nostra speranza adesso sono gli avvocati”.

E chi ha votato sì? “Ho scelto il male minore – ha dichiarato un dipendente – sperando che davvero l’azienda possa attuare un piano di rilancio che salvi l’intera produzione italiana”.

“Ho votato sì perché mi fido di quanto fatto dai nostri sindacati – ha affermato un altro lavoratore – Hanno sempre lottato per difendere tutti i dipendenti, sia quelli in CIGS che chi è ancora al suo posto di lavoro. Io sono tra le persone che, pur continuando a lavorare, ha sempre scioperato, arrivando al minimo dello stipendio. Ma, come tutti, dopo 45 giorni ero stremato. Comunque avrei votato sì anche se fossi stato in cassa integrazione. Guardando bene l’accordo, poi, non credo sia così malvagio: certo, forse poteva essere migliore, ma sono sicuro che sia stato il massimo che si poteva fare da parte della RSU, che non può essere condannata per come ha agito.  Spero nella mobilità, che darà modo a qualcuno di rientrare. Quella di ieri forse non è stata una vittoria per nessuno, ma è stato certo un modo per continuare a sperare”.

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