Vi aveva mai sfiorato l’idea che potesse capitare una cosa simile?
“Assolutamente no”, hanno risposto all’unisono.
“Io – ha precisato Maurizio – ero quasi sicuro che uno dei due sarebbe stato colpito dal provvedimento, ma mai avrei potuto immaginare che avrebbero fatto subire la stessa sorte a due persone dello stesso nucleo familiare, togliendo in un colpo solo ogni fonte di reddito. Noi siamo cresciuti in questa azienda, che ci aveva dato tanto ed a cui abbiamo dato tanto. Prima abitavamo a Roma. Per non passare ore sulla strada ed in mezzo al traffico ci siamo trasferiti a Pomezia: la vicinanza con il luogo di lavoro ci avrebbe così consentito di passare più tempo con i nostri figli. Abbiamo vissuto prima in una casa in affitto, poi ne abbiamo acquistata una. Era piccola, l’abbiamo cambiata da poco, facendo un mutuo importante. Ed adesso questa notizia”.
Che futuro vi aspettate?
“Se l’azienda non decide di fare un passo indietro, non so che futuro possiamo avere: sicuramente arriveremo in poco tempo sulla soglia della povertà. Qui non si tratta neanche di fare sacrifici: quelli li fai se hai una base dalla quale partire. A noi hanno tolto la base. Alla nostra età cosa ci mettiamo a fare?”.
Troppo giovani per andare in pensione, troppo vecchi per un nuovo lavoro, soprattutto in un periodo di crisi economica come questo.
“E con tre figli – ha aggiunto Gloria – Chi assume una donna di 47 anni con figli a carico?”.
Già, chi l’assume?
“E’ quello che vorrei chiedere alla proprietà di questa azienda, che non ha assolutamente guardato cosa stava facendo”, ha proseguito Gloria.
Ma avevate percepito qualcosa, nei giorni precedenti alle lettere?
“Niente di niente. Nessun cambiamento, nessun atteggiamento che potesse far sospettare che entrambi avremmo perso il posto di lavoro”.
Maurizio lavorava nel gruppo ricercatori “metabolismo e diabete”, è tra coloro che hanno fatto ricerche sulla carnetina. “Pensavo che avrebbero tagliato me, in quanto ormai gli studi del settore a cui appartengo sono già stati sfruttati. Ma, sinceramente, non credevo che avrebbero mandato via anche mia moglie”.
Gloria, fino ad una settimana fa, faceva parte di uno staff di 5 segretarie nella sezione legale. Adesso ne sono rimaste solo 2.
“L’altro giorno una mia collega, con cui ho lavorato 20 anni, quando ha visto che il suo badge funzionava mi ha guardato e, piangendo, mi ha detto “Gloria, perdonami, ma io devo entrare…”. Il suo dispiacere era sincero, perché qui in Sigma Tau eravamo riusciti a creare un ambiente di lavoro davvero ottimale: qui sono nate amicizie vere, siamo sempre stati coesi, come tutti stanno dimostrando in questi giorni. E non è certo colpa di chi ancora lavora se noi siamo fuori”.
In Sigma Tau ci sono diverse coppie, ma quella formata da Maurizio e Gloria è stata l’unica a ricevere il doppio colpo.
“Ci siamo rivolti ad un legale per capire se questa cosa è ammissibile oppure no – ha raccontato Maurizio – la nostra speranza è che almeno uno dei due riesca a riprendere a lavorare, altrimenti non sapremo come fare. Cerchiamo di essere forti, perché non vogliamo trasmettere la preoccupazione ai nostri figli: per questo non vogliamo perdere la speranza”.
Maurizio guarda anche agli altri colleghi su cui è ricaduto il provvedimento.
“Sembra quasi un’epurazione, un’operazione di pulizia nazista: hanno colpito chi è affetto da handicap, chi ha problemi di salute, come un malato di cancro. Non sono, al contrario, state affatto considerate le competenze di ognuno di noi. Questo fa pensare che, invece del presunto rilancio di cui parla la proprietà, l’unico intento sia quello di una rapida vendita”.
Cosa vorreste dire ai vertici della società?
“Vorrei chiedere – ha risposto Gloria – con quali criteri hanno deciso chi doveva andare in cassa integrazione, se mandarci moglie e marito con tre figli a carico è stata una scelta deliberata o un errore”.
“Io invece – ha aggiunto amaramente Maurizio – vorrei che questi grandi esperti di marketing ed economia aziendale mi spiegassero cosa posso fare nella decina d’anni senza stipendio, calcolati dopo la fine della CGIS e dell’eventuale mobilità, che mi rimangono prima di andare in pensione: sono così bravi che sicuramente troverebbero una soluzione per me e per tutti quelli nella nostra condizione”.
STORIE DA SIGMA TAU: MOGLIE E MARITO INSIEME IN CASSA INTEGRAZIONE
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